Un altro giovane è stato denunciato per l’omicidio di Santo Romano, il 19enne ucciso nella notte dello scorso 2 novembre, nei pressi del municipio di San Sebastiano al Vesuvio. Si tratta di un maggiorenne che era in compagnia del 17enne reo-confesso: per lui si configura l’ipotesi di concorso in omicidio.
Intanto emergono altri particolari sulla vita del ragazzo che ha confessato di aver sparato a Santo Romano, invocando la legittima difesa. Il 17enne, residente a Barra, era stato sottoposto a perquisizione domiciliare lo scorso 4 ottobre per una rapina con pistola avvenuta due giorni prima in corso Galileo Ferraris. La pistola non fu rinvenuta nel suo appartamento. Il ragazzo, che ora si trova nel carcere penale minorile di Catanzaro per ragioni di sicurezza, rimane in custodia cautelare, come disposto dal gip del Tribunale dei minorenni di Napoli.
Per il giudice sussiste il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Decisivo per le sorti dell’indagine sarà l’accertamento sulla capacità di intendere e di volere del ragazzo che potrebbe determinare o meno la sua imputabilità.
E’ stato divulgato il frame estrapolato dalle videocamere presenti in zona che riproduce gli ultimi istanti di vita del 19enne. Nemmeno il video ha chiarito le dinamiche della morte di Santo. Per l’avvocato del minorenne, il presunto omicida avrebbe agito per legittima difesa, dopo che Santo avrebbe tentato di scagliargli una pietra contro. L’avvocato della famiglia della vittima, invece, sostiene che non vi è alcuna prova ed evidenza che Santo abbia lanciato una pietra all’indirizzo dell’assassino.