Continuano a fioccare sui social network i post, le dediche, i video e le frasi celebrative indirizzate ad Alessio La Volla, uno dei quattro affiliati al clan De Micco di Ponticelli finiti in manette nel corso della mattina odierna, venerdì 15 novembre.
Radicato nella zona del Lotto 10, rione nel quale la sua famiglia da anni rappresenta lo zoccolo duro del clan De Micco, Alessio La Volla è il figlio di Danilo alias “scarola”, fedelissimo dei “bodo” vittima di un agguato da parte del rampollo del clan De Luca Bossa Christian Marfella, nell’ambito della faida di camorra che prese il via in seguito al declino dei Sarno. La Volla fu gambizzato nel circoletto di Vincenzo Sorrentino, nel lotto 10 di Ponticelli, il rione in cui vive la sua famiglia e nel quale aveva improntato i suoi affari illeciti, prettamente incentrati sulla droga. In questo clima è nato e cresciuto Alessio La Volla, corporatura esile e minuta, capelli ossigenati di recente per seguire la moda del momento. Un ragazzo allevato in un contesto fortemente segnato dall’ideologia malavitosa e non a caso, fin da giovanissimo, si è arruolato tra le fila del clan De Micco, conquistando anche un ruolo di spessore. Una circostanza che ha indispettito i veterani, gli affiliati della prima ora del clan che, di contro, si sono dovuti accontentare di ricoprire un ruolo marginale. Secondo i ben informati, La Volla junior avrebbe conquistato quel ruolo contribuendo concretamente alla consacrazione della seconda era dei De Micco, quella che ha preso il via contestualmente alla scarcerazione del boss Marco De Micco e che ha visto il clan conquistare nuovamente la supremazia territoriale compiendo una serie di omicidi eccellenti. Per questo motivo, malgrado la giovane età, La Volla sarebbe stato indicato come il referente dei De Micco nel rione Lotto 10, sulla base della politica improntata dal clan sulla falsa riga di quella adottata dai Sarno, basata sul controllo capillare del territorio che passa dalla presenza di fedelissime sentinelle in ciascun arsenale del clan, tenute a rappresentare l’organizzazione e curarne gli interessi. Un luogotenente del clan che ricopre un ruolo di responsabilità, ma anche di prestigio.
La fedeltà ai De Micco, Alessio La Volla l’ha ribadita con i fatti, non tirandosi mai indietro, ma anche tatuando sulla pelle quelle tre iniziali che lo legano in maniera indissolubile ai cosiddetti “bodo”: “F.D.M.”, Famiglia De Micco, tre semplici lettere, scalfite sul pettorale sinistro, lì dove giace il cuore, collocazione probabilmente non casuale.

Alessio La Volla presenta tutti i tratti distintivi delle giovani leve del clan De Micco e rappresenta la personificazione di quel nuovo modello camorristico che lo stesso clan ha cercato di adottare sulla base delle esigenze della nuova generazione della quale La Volla è parte integrante. Vissuto e guardato come un “capo” dai ragazzini del rione, malgrado la sua giovane età, perché capace di contendere la scena con “i big” del clan che in quei rioni sono “leggende”. La Volla ha riprodotto la stessa operazione divulgativa che segnò l’ascesa di Marco De Micco, passando soprattutto per quella forte e nutrita ala di consensi che in pochissimo tempo riuscì a conquistare, consolidando la sua immagine di leader maximo della camorra, prima tra i “ragazzi di San Rocco” e via, via in tutti gli altri rioni abitati da giovani poveri, soprattutto di idee ed ideali. Marco De Micco riuscì a colmare quel vuoto, anteponendo alla lacunosa noia che fagocitava le vite dei più giovani, un senso di incontenibile esaltazione che ha costantemente accompagnato la sua ascesa criminale.
Un copione che Alessio La Volla, più di ogni altro giovane, ha ripetuto, riprodotto e riproposto in chiave moderna, avvalendosi del linguaggio più in voga tra i giovani di questa generazione: i social network. Da vero influencer della camorra, La Volla ha istruito e indottrinato dozzine di ragazzini, facendogli venire la bava alla bocca documentando quotidianamente quel lussuoso tenore di vita confacente a un giovane leader di un clan camorristico: gli abiti griffati, le serate in discoteca sulle piste da ballo più rinomate d’Italia e d’Europa, le vacanze al mare nelle mete più ambite dai giovani, i viaggi ad Amsterdam all’insegna dello sballo e della trasgressione, una sequenza di foto e video che gli hanno consentito di acquisire una certa fama che, dal suo canto, ha imparato a gestire con parsimonia, calibrando al meglio i contenuti da divulgare, alternando scatti di vita quotidiana a frasi ad effetto e messaggi finalizzati a veicolare valori, principi, ideali che inneggiano alla fedeltà, al rispetto, all’omertà, ma anche al pericolo e alla scelleratezza, promuovendo, in sostanza, il nuovo modello camorristico, quello che porta i giovani a disprezzare la vita e a sfidare la morte e che non contempla la possibilità di vivere il presente per costruirsi il futuro, perché per quei ragazzi la vita è ora, consapevoli che questo può voler dire finire in una bara prima di compiere trent’anni o dietro le sbarre per chissà quanto tempo, come accaduto a La Volla stamane.
“Tieni duro fratè”, “tutto passa tieni duro”, “sempre con te fratellì, ti amo per sempre”, “a presto fratm carnal sì na roccia”, “sempre con te in qualsiasi circostanza, sempre con te vita mia, sei il nostro leone”: sono solo alcune delle frasi pubblicate sui social nelle ore successive all’arresto di La Volla, accompagnate da foto lo ritraggono insieme ad amici e affiliati al clan. Una lunga carrellata di celebrazioni che conferma il carisma del giovane e l’ascendente che è capace di sortire sui suoi coetanei, ma soprattutto sui giovanissimi, come dimostra un’altra dedica: “i piccirilli tuoi stanno sempre qua, ti aspettiamo a vita”.
La Volla è chiamato a superare il primo, vero banco di prova utile a provarne la fedeltà al clan: scontare il carcere senza cagionare danno al clan. Un momento più volte invocato dai senatori dei “bodo”, gli affiliati della prima ora che hanno scontato per intero e “senza intoppi” le condanne incassate per servire il clan e che una volta scarcerati hanno trovato un gruppo di ragazzini ad occupare ruoli cruciali. Un fatto che ha destabilizzato gli equilibri interni in più frangenti e che ha suscitato vivo malcontento tra gli affiliati più anziani, non poco indispettiti da quello stravolgimento di ruoli e gerarchie che avrebbero voluto disegnare in base all’esperienza e all’anzianità. Anche per questo La Volla rappresenta una figura promotrice e fautrice di un modello camorristico al passo con i tempi e che fornisce alle giovani leve un margine di carriera direttamente proporzionale alla caratura delle azioni criminali compiute. Fin qui, il giovane ha beneficiato solo della “parte bella” della malavita, quella che garantisce guadagni facili ed esorbitanti, molto spesso frutto di azioni che fanno schizzare l’adrenalina a mille e verso le quali, non di rado, i giovani sviluppano una vera e propria dipendenza. Stamattina, per La Volla è iniziata la seconda era, quella che gli mostrerà gli effetti collaterali e le brutture della malavita: la privazione della libertà e le rinunce, in primis quelle affettive, che contribuiscono a rendere l’esperienza detentiva ben più ostica dalle vacanze alle quali il giovane era abituato. Non a caso, tra le dediche che fioccano sui social, una delle frasi più ricorrenti è quella che ricorda a La Volla le sue responsabilità: “dove abbiamo giurato fedeltà, non abbiamo mai tradito”. E lui, proprio lui, che quel patto di fedeltà, lo porta stampato sul petto, non può deludere le aspettative dei suoi follower.