Nel corso della mattinata odierna, venerdì 15 novembre, i carabinieri della tenenza di Cercola, hanno tratto in arresto quattro soggetti legati al clan De Micco di Ponticelli che nel tardo pomeriggio dello scorso 27 agosto si erano resi autori di un sequestro di persona, prelevando di forza il fratello di una figura apicale del clan De Luca Bossa, mentre si trovava all’interno di un bar di Cercola, costringendo l’uomo a seguirli per poi pestarlo.
Un’azione violenta scaturita dalla necessità di indirizzare un monito al fratello detenuto, affinché si attivasse per sedare le tensioni scoppiate nel carcere di Terni dove era recluso un elemento di spicco del clan De Luca Bossa che in più occasioni aveva picchiato uno dei fratelli De Martino, reclusi in quello stesso istituto penitenziario. Una vicende che fece schizzare la tensione alle stelle anche tra le strade del quartiere, come dimostra il sequestro del fratello del ras della cosca del Lotto O.
I De Micco intimarono all’uomo sequestrato e picchiato di organizzare un incontro in videochiamata la sera successiva per consentirgli di confrontarsi con il fratello detenuto, affinché potesse adoperarsi per mettere fine alle vessazioni alle quali era sottoposto il rampollo del clan degli “XX”.
Le manette sono scattate per Fabio Riccardi, stimato essere il reggente del clan De Micco, Alessio La Volla, Romualdo Amitrano, figlio del ras Domenico, un tempo affiliato ai De Luca Bossa e poi ritornato in affari con i De Micco e per Giuseppe Perrella, il cugino di Vincenzo Costanzo, il 26enne ras del rione Conocal ucciso in un agguato di camorra a maggio del 2023, a sua volta protagonista di un tradimento clamoroso, considerando il vincolo di parentela che lo lega alla famiglia D’Amico, fazione storicamente ostile ai De Micco.
Perrella è riuscito a sfuggire alla cattura e attualmente è latitante.
L’indagine condotta dai carabinieri di Cercola ha inflitto un durissimo colpo al clan De Micco, privando la cosca di altre pedine cruciali. In particolare, La Volla, Sartori e Perrella costituivano lo zoccolo duro del gruppo di giovani dediti alle azioni violente, come dimostra la vicenda per la quale sono finiti in carcere.