Non si tratterebbe di un agguato, ma di un “gioco finito in tragedia”: questo lo scenario che si starebbe delineando intorno alla morte di Arcangelo Correra, il 18enne colpito da un proiettile alla testa alle 5 di sabato 9 novembre, nel centro storico di Napoli.
Inutile la corsa al vecchio Pellegrini, il 18enne è giunto in ospedale in condizioni gravissime ed è deceduto in mattinata.In serata è stato sottoposto a fermo un suo amico e parente: Renato Caiafa, 19 anni, fratello minore di Luigi Caiafa, il ragazzo ucciso da un poliziotto durante una rapina, la notte del 4 ottobre del 2020. Renato Caiafa si sarebbe presentato spontaneamente in questura per fornire questa versione dei fatti. Proprio lui avrebbe maneggiando una pistola quando è partito un colpo che ha raggiunto Arcangelo alla testa. In particolare, forse per testare l’arma, il giovane avrebbe “scarrellato” e sarebbe stato espulso anche un proiettile, trovato a terra, sul posto. Poi sarebbe partito il colpo mortale. Caiafa è accusato di porto illegale d’arma e ricettazione; il giovane è stato poi indagato per omicidio colposo.
La polizia dovrà vagliare la deposizione del giovane per accertare che sia effettivamente questo lo scenario in cui è maturata la morte di Arcangelo Correra, il terzo giovanissimo ucciso a Napoli in meno di un mese.