Sono diventate virali nel giro di poche ore e sono finite su tutti i quotidiani nazionali le immagini dell’aggressione avvenuta nell’ospedale veterinario universitario Federico II di Napoli e che ha portato all’arresto di quattro persone per concorso in aggressione a personale sanitario e interruzione di pubblico servizio. A causa della morte di un cane randagio, i quattro soggetti tratti in arresto avrebbero aggredito il medico veterinario e il borsista di ricerca. Feriti anche un addetto alla vigilanza, un addetto alla portineria e una studentessa.
I quattro arrestati, tutti già noti alle forze dell’ordine, sono stati sottoposti ai domiciliari in attesa di giudizio. Si tratta di due donne, di 42 e 46 anni e due uomini, di 24 e 49 anni. Si tratterebbe di volti noti del quartiere Ponticelli. In particolare, la 42enne Emanuela Caturano, una delle protagonisti della rissa, si sarebbe già messa in evidenza di recente, rendendosi autrice di episodi analoghi, così come dimostra il video girato da un residente del Lotto 10, il rione dove la 42enne vive insieme a sua madre e che ha adibito a quartier generale del business illecito di cui è promotrice. Il video della rissa avvenuta nel Lotto 10 risale allo scorso agosto e sarebbe giunta al culmine di una serie di liti e dissidi scaturiti dal malcontento suscitato dalla condotta della donna e delle altre persone che orbitano intorno al suo giro di affari illecito.
La donna avrebbe occupato abusivamente il box dove furono rinvenuti i resti del cadavere di Vincenzo Rugiero, il giovane attivista gay ucciso nell’estate del 2017 da Ciro Guarente che occultò il corpo proprio nel garage che aveva affittato nel rione Lotto 10 e che un tempo era adibito ad autolavaggio e deposito. Dopo la sconcertante scoperta del cadavere di Ruggiero, il garage fu sottoposto a sequestro ed è rimasto pertanto chiuso e inutilizzato per lungo tempo. Da circa un paio di anni quello stabile è stato occupato con tanto di ripristino di acqua e corrente elettrica tramite un allaccio abusivo ed è stato adibito a deposito di elettrodomestici rotti, i cui materiali ferrosi vengono rivenduti, stessa sorte per alcuni pezzi che possono essere riutilizzati per la riparazione di altri apparecchi. Un business totalmente illecito che assicura un discreto guadagno e dal quale scaturisce, al contempo, un altro vistoso danno: l’accumulo di rifiuti speciali in strada, così come testimoniano le immagini inviate alla redazione del nostro giornale dai residenti in zona che riferiscono di aver sollecitato più volte l’intervento della polizia municipale, ma le loro denunce non hanno sortito nessun tipo di esito.
Decine le segnalazioni finalizzate a sollecitare il recupero di materiale speciale abbandonato nei pressi dei cassonetti della spazzatura. Inoltre, i cittadini spiegano che sarebbe un furgone guidato da un abitante del quartiere a provvedere allo smaltimento illegale del materiale più ingombrante, come le carcasse dei frigoriferi. L’uomo è stato avvistato in più occasioni mentre carica il materiale da smaltire sul furgone, per poi dileguarsi, probabilmente alla ricerca di una delle tante discariche a cielo aperto della zona dove disfarsi dei rifiuti a costo zero.
Secondo quanto riferito dai cittadini che da diversi mesi provano a mettere fine alle reiterate pratiche illecite che si consumano quotidianamente nel rione Lotto 10, sarebbero quattro le persone addentrate nel business capeggiato dalla 42enne, tra le quali un invalido. Inoltre, la Caturano avrebbe occupato abusivamente anche alcuni alloggi, non solo per garantire una dimora ai suoi familiari, mentre all’interno di un’abitazione avrebbe sistemato dei cani. I cittadini riferiscono che la donna proverebbe una sorta di amore morboso, quasi ossessivo, verso i cani, in particolare quelli randagi che è solita recuperare dalla strada per ospitarli presso l’alloggio popolare adibito a canile abusivo. Un fatto che troverebbe ampio riscontro nell’ennesima rissa avvenuta di recente, nella quale la 42enne è rimasta coinvolta insieme ad altre tre persone.
L’abitazione adibita a canile abusivo è ubicata proprio accanto al centro ricreativo, adibito a luogo di ritrovo per consumatori abituali di sostanze stupefacenti e affiliati al clan De Micco-De Martino, aperto da uno dei fedelissimi dei “bodo” scarcerati di recente.