Potrebbe celarsi anche un “botta e risposta” a distanza ravvicinata tra i clan in guerra da tempo immemore nel quartiere Ponticelli, dietro l’agguato andato in scena nel cuore del pomeriggio di sabato 19 ottobre.
Alcuni cittadini hanno segnalato alla redazione del nostro giornale, un episodio tutt’altro che irrilevante, avvenuto intorno alle 23.30 di giovedì 17 ottobre, quindi due giorni prima dell’agguato in cui ha perso la vita il 43enne Massimo Lucca, parente diretto dell’attuale reggente del clan D’Amico. Un commando avrebbe fatto irruzione nel Lotto 11, a pochi metri di distanza dal Commissariato di Polizia di Stato del quartiere, nei pressi dell’ex “pizzeria Stella”, all’incrocio tra via Masseria Molisso e via provinciale Botteghelle di Portici, luogo di ritrovo abituale dei pusher della zona, frequentato soprattutto dallo zoccolo duro delle nuove leve del clan De Micco. Nel mirino dei sicari sarebbe finiti proprio i giovani dediti allo spaccio di stupefacenti che si sarebbero poi dileguato immediatamente. Un copione andato in scena già in circostanze analoghe in passato, soprattutto durante le fasi più concitate delle ostilità che poi culminarono nell’omicidio di Alessio Bossis, il 22enne aspirante ras ucciso a Volla nell’ottobre del 2022 e che prima di morire aveva più volte cercato di colpire i De Micco indirizzando degli agguati proprio nella stessa zona con l’intento di colpire quel gruppo di giovani legati ai “bodo” finito nel mirino dei sicari anche lo scorso 17 ottobre.
Numerose anche le segnalazioni da parte di cittadini che descrivono la presenza di cortei armati tra le strade del quartiere nei giorni scorsi. Gli abitanti del quartiere hanno riconosciuto soggetti legati ai D’Amico che sfilavano a bordo di moto e scooter tra le strade del quartiere, probabilmente intenzionati ad approfittare del momento di difficoltà dei De Micco scaturito dal blitz dello scorso 3 ottobre, così come dimostrerebbe anche il mancato agguato alle nuove leve del clan. Quella del Lotto 11 è una delle piazze di droga simbolo del potere dei De Micco, soprattutto perché presidiata dai rampolli storici del clan, sovente affiancati anche dalle giovani leve della famiglia De Micco. Motivo per il quale gli spari indirizzati verso quel gruppo di giovani rischiano di mettere a repentaglio anche la vita dei figli dei boss fondatori del clan. Un dettaglio tutt’altro che di poco conto e che ha puntualmente concorso ad accelerare i tempi, portando i De Micco a colpire i rivali per sedarne le velleità, al fine di preservare l’incolumità, non solo dei sodai più fedeli e servili, ma soprattutto dei figli dei boss fondatori del clan. Proprio come accadde con Alessio Bossis, anche in questo frangente i “bodo” hanno consegnato ai rivali un morto da piangere.
L’agguato in cui ha perso la vita Massimo Lucca, deceduto poco dopo l’arrivo all’ospedale Villa Betania, matura in uno scenario ben più complesso e concitato e appare finalizzato sia a ridimensionare i piani dei rivali, ma anche a marcare il controllo del territorio con forza e autorevolezza.