Il clan De Micco di Ponticelli non è disposto ad uscire di scena e lancia un messaggio inequivocabile mettendo la firma su un agguato di camorra. L’ennesima dimostrazione di forza voluta per mostrare i muscoli alle organizzazioni rivali e al contempo lanciare un segnale rassicurante agli alleati. i “Bodo” detengono il controllo del territorio e non sono disposti ad indietreggiare.
Un sussulto di rabbia ed orgoglio, necessario soprattutto per allontanare gli spettri che aleggiano sul clan e che introducono plurime ombre di pentimento. Da diversi giorni, nei rioni del quartiere, incalzano insistenti rumors secondo i quali sarebbero ben tre gli ormai ex affiliati al clan De Micco-De Martino che dopo essere finiti in manette, lo scorso 3 ottobre, starebbero già collaborando con la giustizia.
E’ troppo presto per appurare la veridicità della notizia che tuttavia sembra suscitare palpabile allarmismo in casa De Micco. La tensione è schizzata alle stelle nelle ore precedenti, soprattutto per effetto di un altro inaspettato colpo di scena: il ras Fabio Riccardi che all’alba di ieri, venerdì 18 ottobre, era riuscito a sottrarsi all’arresto, si sarebbe consegnato spontaneamente alle forze dell’ordine, mettendo fine alla sua latitanza dopo meno di 24 ore. Un fatto clamoroso, perché forte era il sentore negli ambienti criminali che i De Micco stessero bramando un agguato per disfarsi proprio di Riccardi. Un’epurazione interna che i vertici della cosca ritenevano necessaria non solo per regolare alcuni conti in sospeso di natura economica, ma soprattutto per scongiurare il pericolo di un possibile pentimento da parte di Riccardi.
Ad onor del vero, la notizia della fine della latitanza del ras, nei rioni in odore di camorra del quartiere, viaggia di pari passo con l’ipotesi che Riccardi si sia consegnato alla giustizia per iniziare a collaborare con la giustizia. Seppure non vi sia alcuna conferma in merito, viene da sé che il gesto del ras abbia destato non poco allarmismo tra gli altri affiliati al clan dei “bodo”, sempre più destabilizzati dagli eventi che si stanno avvicendando nelle ultime settimane.
In questo clima, fortemente minato da condanne imminenti, arresti, dubbi, “possibili tradimenti”, il regno del male dei De Micco inizia a vacillare vistosamente. Un segnale di debolezza che andava smentito con i fatti. Motivo per il quale, nelle ore successive all’uscita di scena di Fabio Riccardi, i “bodo” sono scesi in strada per “fare il morto”, come sovente è accaduto in circostanze analoghe.
A finire nel mirino dei sicari un bersaglio non da poco: Massimo Lucca, 43 anni, pregiudicato con problemi di tossicodipendenza, ma soprattutto zio del giovane stimato essere l’attuale reggente del clan D’Amico, nonché genero del boss Antonio D’Amico. Non è da escludere che, come accaduto più volte in passato, il bersaglio dei killer fosse proprio il giovane reggente del clan dei cosiddetti “fraulella”, ma che sia riuscito a mettersi in salvo, mentre lo zio non avrebbe avuto la stessa prontezza. L’estate scorsa, un commando dei De Micco, fece irruzione nel rione Conocal, fortino del clan D’Amico, sparando una raffica di colpi verso il giovani ed altri gregari che però riuscirono a trovare riparo in un palazzo. Poche settimane dopo, alcuni proiettili furono posizionati sulla finestra dell’abitazione del ras.
Così come potrebbe essere plausibile che Lucca sia stato ucciso per inscenare una mera azione dimostrativa, finalizzata a colpire un qualsiasi membro della famiglia D’Amico, optando per il bersaglio più facile da stanare o il primo che sia stato captato dai killer del clan. Il 43enne è stato raggiunto da diversi proiettili al torace e alle gambe ed è deceduto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso dell’ospedale Villa Betania per la gravità delle ferite riportate.
L’unico elemento che trapela nitidamente dall’ultimo agguato andato in scena a Ponticelli è la volontà dei De Micco di marcare il territorio con veemenza e determinazione per lanciare un chiaro segnale, utile a rimarcarne l’egemonia, ma soprattutto finalizzato ad allontanare le paure e le insidie che sembrano destinate ad introdurre nuovi colpi di scena.