Sabato sera da incubo nel quartiere Ponticelli, dove il clan De Micco è tornato a troneggiare sui cittadini inscenando una plateale dimostrazione di forza. Nel tardo pomeriggio di sabato 5 ottobre, l’attenzione dei residenti in zona si è cristallizzata sul lungo e chiassoso spettacolo pirotecnico nel cortile di casa De Micco, in via Luigi Piscettaro, quello stesso cortile che appena tre anni fa fu teatro di un raid che fece schizzare l’escalation di violenza alle stelle.
Durante tutta la durata dello spettacolo pirotecnico, un corteo di affiliati al clan a bordo di motociclette di grossa cilindrata hanno bloccato il transito stradale, impedendo alle auto di marciare lungo la strada che costeggia l’abitazione del clan tuttora egemone, malgrado il recente blitz. Una plateale imposizione di assoggettamento indirizzata ai cittadini, costretti a rendere omaggio al clan a due giorni di distanza dall’operazione che ha tratto in arresto 60 soggetti contigui ai De Micco-De Martino.
Nell’ossequioso rispetto del codice camorristico, secondo il quale un clan autorevole deve rispondere il prima possibile allo sgarro subito, se non vuole rischiare di perdere la faccia e la credibilità, i De Micco hanno mostrato i muscoli allo Stato e ai cittadini, rivendicano con veemenza il controllo del territorio con l’intento di svilire la caratura del blitz che ha aggravato la posizione di boss Marco De Micco e degli affiliati già detenuti e al contempo ha fatto scattare le manette per alcune pedine cruciali del clan, ancora a piede libero.
Una dimostrazione di forza che dopo la performance inscenata nel fortino del clan, si è spostata nel mondo virtuale.
Due video a distanza ravvicinata pubblicati sull'”account ufficiale” dei De Micco su TikTok hanno inequivocabilmente rilanciato il messaggio divulgato nel mondo reale da quei fuochi d’artificio che hanno gelato il sangue nelle vene dei cittadini che hanno assistito con sgomento a quelle “scene da Gomorra”.
Il primo frame è una scena estrapolata dal film “Il camorrista”, celeberrima pellicola cinematografica che ripercorre la vita del boss Raffaele Cutolo. In quella scena, la sorella del boss consegna un messaggio da parte del fratello detenuto al suo braccio destro, decretando un omicidio cruciale che gli consentì di consacrare la sua ascesa criminale. Un messaggio subliminale esplicito, finalizzato probabilmente ad annunciare che il boss, malgrado lo status di detenuto, ha già provveduto a fornire indicazioni ai fedelissimi a piede libero.
Un concetto rimarcato e rilanciato dal contenuto pubblicato poco dopo: un video in cui campeggia la scritta “siamo tornati”, accompagnata da una frase ancora più esplicita “non ci siamo mai assentati”, seguita da una serie di emoticon finalizzate a schernire e svilire il blitz dei giorni scorsi.
Più dei fuochi d’artificio e dei contenuti pubblicati sui social, a destare sconcerto tra la gente comune è la sfrontatezza del clan attualmente egemone a Ponticelli che non dimostra alcun tipo di timore nello sfidare a viso aperto anche il nemico per antonomasia dei clan camorristici: quello Stato che, tra le strade di questo quartiere, non può palesarsi una volta all’anno, come accade già da qualche tempo, per compiere una sporadica rastrellata ed abbandonare nuovamente i cittadini alla loro triste sorte, fino al prossimo blitz.
Uno smacco sonoro e provocatorio, quello inequivocabilmente indirizzato ai vertici della procura di Napoli e alle forze dell’ordine operanti sul territorio che, nelle ore successive al blitz avevano dichiarato che “i cittadini di Napoli est dovevano sentirsi più liberi”. Un sentore mai percepito dai cittadini, soprattutto da quelli che nel corso della performance pirotecnica transitavano nei pressi del fortino del clan De Micco e che si sono visti costretti ad arrestare la marcia da parte di un corteo di affiliati in moto per rendere omaggio alla massima espressione dell’antistato sul territorio.
Una prevaricazione sociale che i De Micco ostentano con ritrovato livore: il blitz dei giorni scorsi ha solo concorso ad incattivire ulteriormente le gesta degli affiliati al clan attualmente egemone a Ponticelli e che fin da subito ha manifestato la ferma volontà di non arretrare neanche di un millimetro, neanche davanti ai lampeggianti delle forze dell’ordine.