Il clima di tensione che si respira nei rioni controllati dai clan operanti a Ponticelli diventa sempre più palpabile, lo dimostra quanto accaduto nel corso del primo pomeriggio di venerdì 20 settembre in via Vera Lombardi, nella zona del cosiddetto “parco di Topolino” in quanto, un tempo, quel rione di edilizia popolare era controllato da Carmine Sarno, fratello degli ex boss di Ponticelli, soprannominato per l’appunto Topolino, mentre oggi quello stesso plesso di edilizia popolare, pur preservando la stessa nomenclatura nel gergo locale, rappresenta una delle roccaforti del clan De Micco, organizzazione attualmente egemone a Ponticelli.
E’ lì che i sicari sono entrati in azione per indirizzare una raffica di colpi d’arma da fuoco verso Mario Liguori, 31enne di Barra, già noto alle forze dell’ordine, descritto come un soggetto in rapporti amichevoli con i De Micco e verosimilmente anche in affari con questi ultimi. La pista più accreditata, sembra quella che colloca l’agguato nello scenario del regolamento di conti scaturito da screzi riconducibili al business della droga, l’attività illecita più redditizia della zona.
Un agguato che matura in un momento storico in cui si registrano una serie di frizioni interne al clan De Micco, riconducibili a questioni di natura economica e che nei giorni scorsi sono sfociati in un violento scontro verbale tra uno dei due reggenti della cosca e una figura di spicco dello stesso clan, residente proprio nel “parco di Topolino”. Motivo per il quale, i parenti di quest’ultimo, quando hanno udito quella raffica di spari, hanno ipotizzato che la vittima dell’agguato fosse proprio lui e si sono scaraventati in strada. Una volta giunti al cospetto della vittima, quando si sono resi conto che i loro timori non erano fondati, sarebbe scoppiata una lite piuttosto accesa, rapidamente sfociata in una violenta colluttazione.
L’agguato, quindi, è stato seguito da una lite violentissima che ha ulteriormente allarmato i residenti in zona, incapaci di comprendere le motivazioni dalle quali sia scaturita quella concitata zuffa, in un momento tanto convulso. Un ulteriore elemento, tutt’altro che irrilevante.
Un altro episodio sul quale far luce e che per il momento evidenzia vistosamente il clima di apprensione e tensione che regna tra i familiari dei soggetti addentrati nelle dinamiche malavitose, incapaci di domare e contenere impulsi ed emozioni. Consapevoli che lo scenario che si sta delineando potrebbe sfociare in qualsiasi epilogo, anche nel più imprevedibile, come un’epurazione interna.
Le fratture interne al clan De Micco, alla luce di quanto accaduto nei minuti successivi all’agguato odierno, appaiono molto più vistose e sembrano essere molto più gravi di più di un banale pettegolezzo che serpeggia negli ambienti malavitosi per minare la stabilità del clan che attualmente detiene il controllo del territorio.
Dopo l’agguato in cui è rimasto gravemente ferito Mario Liguori, nel “Parco di Topolino” sono saltati i nervi e gli equilibri.