Una scarcerazione attesa e ormai agli sgoccioli, quella di Giuseppe Riccardi, compagno di una delle sorelle D’Amico, descritto negli ambienti criminali come una figura di primo ordine del clan fondato dai cognati Giuseppe e Antonio “fraulella” nel rione Conocal di Ponticelli. In carcere avrebbe stretto alleanze cruciali e trattandosi del primo uomo legato alla famiglia D’Amico in procinto di tornare nel quartiere, la gente comune teme l’escalation di violenza promessa all’indomani dell‘omicidio di Annunziata D’Amico. Un evento intorno al quale il clan del Conocal ha ordito la strategia adottata negli ultimi tempi e che giustifica la politica silenziosa e prudente che ha visto il clan battere in ripiegata per evitare lo scontro diretto con i rivali del clan De Micco, perennemente in agguato e pronti a colpire, così come dimostrano le fibrillazioni registrate negli ultimi mesi: il mancato agguato al genero del boss Antonio D’Amico che riuscì a trovare tempestivamente riparo in un portone, quando il commando che mirava a colpirlo fece irruzione nel rione Conocal e lo sorprese in strada in compagnia di due gregari.
Dopo la migrazione di alcuni parenti dei D’Amico alla corte dei De Micco, il clan del Conocal si è visto costretto a fronteggiare anche una serie di difficoltà ed imprevisti, soprattutto perché i rivali hanno dato ampia dimostrazione di voler approfittare del vantaggio derivante dal supporto di soggetti addentrati nelle dinamiche della cosca rivale e ben informati su spostamenti, abitudini e non solo. Proprio al reggente dei D’Amico, l’unico marito delle figlie del boss Antonio D’Amico rimasto a dar man forte al suo clan, è stato indirizzato un altro monito inequivocabile, quando furono piazzati dei proiettili sulla finestra della sua abitazione.
Gli arresti dei rivali e l’omicidio di Emanuele Montefusco hanno ridimensionato i piani della fazione che mira a contrastare l’egemonia dei De Micco. Gli stessi D’Amico hanno optato per un profilo basso, pur non stoppando le fasi organizzative in vista della scarcerazione di Riccardi. Una serie di mosse strategiche hanno ridisegnato l’assetto del clan, non solo nel fortino del clan, in virtù del trasferimento nel rione Conocal di alcuni parenti di una delle figure apicali dell’alleanza costituita tra le vecchie famiglie di Napoli est, al fine di agevolare le comunicazioni tra i detenuti e i gregari rimasti a rappresentare l’organizzazione. Un chiaro segnale che lascia intendere che il cuore pulsante dell’ala dissidente si sia rifondata proprio nel rione Conocal, intorno alle figure simbolo del clan, in vista dell’imminente scarcerazione di Riccardi.
Un fatto ulteriormente rimarcato dall’episodio andato in scena la settimana scorsa, ma emerso solo nelle ultime ore: una “stesa” nei pressi dell’abitazione del ras in procinto di tornare nel rione Conocal. Proprio nel fortino del clan che mira a contrapporsi ai De Micco avrebbe fatto irruzione un commando che avrebbe esploso diversi colpi d’arma da fuoco verso la finestra dell’abitazione di Riccardi. Un chiaro segnale intimidatorio che ha concorso ad accrescere la tensione nel rione controllato dai D’Amico e che legittima l’apprensione dei civili, in vista del ritorno impellente del ras che si annuncia destinato a cambiare il corso degli eventi criminali.