L’ex ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, è indagato dalla procura di Roma per i reati di peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio. L’iniziativa dei magistrati romani arriva in seguito all’esposto presentato dal deputato di Avs Angelo Bonelli. Dato il ruolo rivestito fino a pochi giorni fa da Sangiuliano, il fascicolo verrà trasmesso al tribunale dei Ministri. Le ipotesi di reato riguardano il rapporto tra l’ex ministro e Maria Rosaria Boccia, coinvolta in attività istituzionali senza avere un incarico.
Anche la procura generale della Corte dei Conti del Lazio ha aperto un fascicolo per verificare un eventuale danno erariale legato alle trasferte dell’ex ministro alla Cultura e della sua ex consulente. Sotto la lente d’ingrandimento del pool dei magistrati contabili del Lazio soggiorni in hotel, viaggi, pranzi, cene e l’eventuale utilizzo dell’auto blu.
All’attenzione dei Pm finirà anche la denuncia di Sangiuliano a carico di Maria Rosaria Boccia. “E’ in via di elaborazione – annunciava qualche giorno fa il legale dell’ex ministro, l’avvocato Sica – e intendiamo depositarla all’attenzione dei magistrati all’inizio della prossima settimana”.
Non è escluso che Sangiuliano recarsi di persona negli uffici della Procura per depositare l’atto a cui verranno allegati una serie di documenti, file, che ricostruiscono, a detta del difensore, in modo minuzioso la cronologia dei fatti. “Dimostreremo l’assoluta correttezza della condotta del mio assistito” afferma l’avvocato che poi passa al contrattacco: “è innegabile che l’ex ministro, a mio modo di vedere, sia stato oggetto di pressioni illecite da parte di Maria Rosaria Boccia”.
Dopo questo annuncio Boccia ha scritto sui social: “Genny non mi ha ancora chiesto scusa e continua a minacciare una denuncia. Le denunce non si minacciano, si fanno, e queste continue minacce hanno il sapore di un’estorsione”.
Gennaro Sangiuliano, dopo le dimissioni, aveva annunciato di voler dedicare il suo tempo alla vita privata e difendere la propria reputazione. È lui per primo “a volere chiarezza e promette querele contro chi ha scatenato il putiferio”. Conferma di “non aver mai tradito le istituzioni e di non aver speso soldi pubblici neanche per un caffè”.