Mentre i cosiddetti “fraulella” del rione Conocal di Ponticelli sembrano prettamente concentrati a preparare il terreno in vista delle imminenti scarcerazioni, caricando di aspettative l’atteso evento servendosi dei social e divulgando messaggi espliciti, i rivali appaiono sempre più intenzionati a regolare i conti in sospeso da diversi mesi.
Le ostilità hanno preso il via lo scorso inverno, quando il gruppo emergente del rione De Gasperi, capeggiato da Salvatore “Zamberletto” Montefusco ha animato il moto di rivolte finalizzato a contrastare l’egemonia dei De Micco, forte del supporto dei reduci dei De Luca Bossa e dei D’Amico e per un breve periodo, anche del clan di Caravita, fino all’arresto di Massimiliano Baldassare detto ‘a serpe. In particolare, l’alleanza tra “i fraulella” del Conocal e il gruppo emergente del rione De Gasperi fu annunciata con un viaggio a Barcellona, ampiamente documentato sui social dove sono apparse diverse foto che ritraevano Carmine Montefusco, figlio di “Zamberletto” insieme al marito di una delle figlie del boss Antonio D’Amico e al cugino di Vincenzo Costanzo, il ras del Conocal ucciso il 5 maggio del 2023. Un’alleanza finita sotto i riflettori di recente, all’indomani del clamoroso voltabandiera di diversi soggetti legati ai D’Amico, passati dalla parte dei rivali del clan De Micco, tra i quali proprio il cugino di Costanzo, così come confermato da diversi contenuti pubblicati sui social e che ritraggono il giovane parente dei D’Amico in compagnia del rampollo di casa De Micco e di un altro affiliato allo stesso clan. A favorire la migrazione di soggetti legati ai D’Amico, il vincolo di parentela che intercorre tra i mariti delle altre due figlie del boss Antonio D’Amico e i De Micco. Allo stato attuale, a rappresentare il clan dei “fraulella” sarebbe rimasto solo il genero del boss ritratto in quel frame con la tuta del Barcellona, insieme a Carmine Montefusco e al parente che invece ha optato per il cambio ci casacca.
In quest’ottica suscita particolare allarmismo un episodio che si sarebbe verificato nei giorni scorsi nel rione Conocal, indirizzato proprio al genero del boss “Tonino fraulella”. Alcuni proiettili sarebbero stati collocati sulla finestra della sua abitazione: un segnale intimidatorio che ha fatto più rumore di una “stesa”, non solo per il messaggio inquietante indirizzato al soggetto che in questo momento rappresenta il clan D’Amico. A destare maggiore allarmismo è “il messaggio nel messaggio” insito in quella minaccia: solo una persona poteva muoversi con familiarità e dimestichezza nella zona per compiere quel gesto e soprattutto poteva sapere esattamente dove piazzare quei proiettili. Una persona che conosce bene quel rione, quel palazzo: il parente “traditore”, confluito nel clan De Micco.
Un avvertimento che concorre ad accrescere la tensione nel fortino dei D’Amico, soprattutto perché pochi giorni prima dell’agguato voluto per colpire Zamberletto, uccidendo suo fratello Emanuele, un commando aveva fatto irruzione nel Conocal sparando una raffica di colpi proprio all’indirizzo del genero del boss dei D’Amico, mentre si trovava in strada con altri soggetti. In quella circostanza, riuscirono a sventare l’agguato, trovando prontamente rifugio in un palazzo, ma all’indomani dell’omicidio del fratello del ras del rione De Gasperi, hanno concorso ad accrescere la tensione anche i tanti messaggi apparsi sui social e che annunciano altri imminenti agguati, palesando così l’intenzione dei De Micco di colpire tutte le figure apicali della fazione dissidente. I nomi in cima alla lista nera dei De Micco erano quelli di Montefusco padre e figlio, entrambi salvati in calcio d’angolo dal recente arresto.
Alla luce del recente avvertimento, il nome del genero del boss Antonio D’Amico schizza in cima alla lista dei soggetti che in questo momento sembrano più esposti al rischio di un agguato da parte del clan rivale.