L’azienda di cosmetici Avon products, di recente, ha presentato la procedura di insolvenza presso il tribunale fallimentare statunitense di Wilmington, nel Delaware. Secondo il documento di 66 pagine, la società ha 386 cause pendenti dovute a presunti effetti cancerogeni del talco legati alla sospetta presenza di amianto e non riuscirebbe a sostenere le spese richieste per azioni legali e risarcimenti.
Dopo una prima ondata di indennizzi erogati nel 2010, nel 2022 Avon è stata soggetta al pagamento di 46 milioni di dollari tra danni e sanzioni. Il mese scorso la compagnia ha ricevuto un altro verdetto di compensazione per 24,5 miliardi di dollari. Di fronte alle accuse, Avon si è sempre dichiarata innocente e ha negato che potesse esserci la minima traccia di amianto nei suoi prodotti a base di talco. Ora però, dopo aver sborsato circa 225 milioni di dollari per difendersi, non avrebbe liquidità né per assecondare le richieste dei querelanti né per far valere le proprie ragioni nelle aule di tribunale.
Ideata intorno al 1880, prima di diventare Avon l’azienda era un piccolo business per la vendita di libri porta a porta. Il fondatore, David H. McConnell, ebbe l’intuizione di regalare profumi insieme ai volumi e a poco a poco si accorse che le acquirenti (per lo più donne) erano interessate più ai profumi che ai testi, così nel 1886 aprì la California perfume company. La commistione tra letteratura e cosmetica poi tornò nel nome della nuova società, ribattezzata Avon nel 1929 in onore di William Shakespeare, nato a Stratford-upon-Avon. Fin dai primi anni, McConnell notò che le operatrici femminili erano più abili degli uomini a vendere alle proprie clienti, così assunse solo venditrici e fu tra i primi a dare concrete opportunità di lavoro femminile, contribuendo a estendere l’emancipazione economica delle donne. Fondamentale in questo senso fu il ruolo della prima rappresentante dei prodotti dell’azienda, Mrs Albee, nota poi come Lady Avon, che fu scelta da McConnell proprio perché prima cliente delle vendite porta a porta e che reclutò a sua volta altre rappresentanti. Gradualmente l’azienda si espanse in Canada, America del Sud, Europa, Cina, Russia e Africa, arrivando in Italia nel 1966. Quotata in borsa nel 1946 come Avon products, nel 2020 è stata acquisita dalla società brasiliana di prodotti di bellezza Natura, che — come si legge nell’istanza depositata da Gund — si sarebbe offerta di sostenere la crisi della controllata con un finanziamento da 43 milioni di dollari. Il timore però è che altre azioni legali possano essere intraprese mettendo in ginocchio quel che resta di Avon, una possibilità da cui la dichiarazione di bancarotta metterebbe ai ripari.