L’elicottero che sorvola sul quartiere quando albeggia appena, le forze dell’ordine che effettuano i soliti controlli nei soliti rioni e presso le solite abitazioni. Un dispiegamento di risorse inutile e inconcludente che non concorre di certo a ridimensionare i piani dei clan entrati in contrasto per il controllo del territorio. Questo il copione andato in scena per l’ennesima volta anche stamane, venerdì 12 luglio, a Ponticelli.
L’ennesima operazione interforze che sarebbe più opportuno definire “interfarsa” per quanto sterile sia il suo valore in termini di attività di contrasto dell’escalation di violenza che si sta registrando tra le strade del quartiere, ancora una volta in balia di una guerra di camorra.
Un’operazione che dovrebbe rappresentare la replica dello Stato all’ennesimo agguato di camorra compiuto in pieno giorno quattro giorni fa, quando i sicari sono entrati in azione per uccidere Emanuele Pierino Montefusco, fratello di “Zamberletto”, il ras del gruppo emergente dell’isolato 17 del rione De Gasperi. Un agguato quasi sicuramente messo a segno dai De Micco per inscenare un’azione dimostrativa finalizzata a ridimensionare le intenzioni dei rivali, un cartello costituito dagli altri clan operanti sul territorio, capeggiati proprio dal ras del rione De Gasperi che negli ultimi tempi ha più volte sfidato i cosiddetti “bodo”. Un agguato compiuto il giorno successivo alla serata di festeggiamenti andata in scena nei fortini di due clan rivali per celebrare altrettante scarcerazioni eccellenti: nel rione Lotto O quella di Martina Minichini, moglie del ras Luigi Austero e nel rione De Gasperi quella di Pasquale Damiano, figlio della “pazzignana” Antonella De Stefano. Festeggiamenti in pompa magna voluti soprattutto per annunciare la nascita di una nuova era camorristica servendosi del neomelodico Luca Formisani per rilanciare le quotazioni e soprattutto le intenzioni del gruppo che ha sfidato i De Micco che dal loro canto avrebbero immediatamente lanciato un monito inequivocabile ai rivali uccidendo il fratello di “Zamberletto”.
Malgrado il rione De Gasperi sia l’arsenale in cui si registra le presenza della fazione più ribelle alla quale non a caso i rivali hanno inflitto un durissimo colpo uccidendo Montefusco, non si sono svolti controlli e perquisizioni. Eppure, forte è il sentore che il gruppo possa essere intenzionato a replicare all’agguato subito per vendicare Montefusco.
Perquisite le abitazioni di diverse figure di spicco del clan De Micco, controlli nel “parco di topolino”, uno degli arsenali del clan dei cosiddetti “bodo”, mentre le aspettative degli abitanti del rione De Gasperi sono state deluse, ancora una volta.
L’ennesima operazione di facciata, andata in scena per consegnare ai cittadini l’effimera illusione di poter contare sulla presenza dello Stato e delle istituzioni, come puntualmente accade all’indomani di fatti di sangue che fanno schizzare alle stelle la tensione tra le strade del quartiere.
Un’operazione-spot alla quale i cittadini sono tristemente abituati e che ormai concorre solo ad incrementare il senso di rabbia ed abbandono tra la gente comune, stanca di vivere in balia delle logiche camorristiche e ancor più di vedersi abbandonata a un destino dall’epilogo scontato: la camorra si sente legittimata ad agire indisturbata perché a Ponticelli lo Stato è colpevolmente assente.