Quello di Emanuele Montefusco non era il nome più quotato tra quelli destinati a finire sul selciato per effetto delle logiche criminali che si stanno avvicendando tra le strade e i rioni di Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli dove la camorra è tornata a impugnare le armi, dopo diversi mesi trascorsi in un clima di calma apparente.
La faida in corso da svariati mesi tra il clan De Micco, attualmente egemone e la fazione dissidente, costituita da un gruppo in cui confluiscono gli altri clan operanti sul territorio, tra i quali si è messo particolarmente in evidenza il cartello del rione De Gasperi, capeggiato dal ras Salvatore Montefusco alias Zamberletto, ma dopo il mancato agguato sfociato in un incidente stradale lo scorso marzo, nell’ambito del quale ebbero la peggio due affiliati, tra le strade del quartiere e calato il gelo e le ostilità si sono trasferite nel mondo virtuale. Schermaglie, frecciatine, minacce esplicite si sono avvicendate su entrambi i fronti, proprio come in una vera e propria guerra vissuta servendosi dei più moderni strumenti di comunicazione. Video su TikTok, foto e messaggi nelle storie di Instagram hanno inscenato un perenne botta e risposta, mentre tra le strade del quartiere regnava il coprifuoco al tramonto, anche durante le calde sere d’estate. Le figure di spicco dei clan entrati in conflitto hanno optato per una condotta prudente, battendo in ripiegata, guardandosi bene dal farsi vedere in giro standosene rintanati nel proprio bunker. Uno scenario che era palesemente destinato a non durare a lungo, questo era chiaro soprattutto alla luce dell’equilibrio che di giorno in giorno diventava sempre più teso e precario e che lasciava presagire che la ripresa delle ostilità tra le strade del quartiere fosse dietro l’angolo.
Salvatore Montefusco è consapevole di essere il bersaglio più ambito dai killer del clan rivale e per questo resta rintanato nel suo rione, continuando però a ostentare alleanze sui social network, inviando messaggi palesemente finalizzati ad indispettire i rivali che dal loro canto hanno abbandonato le schermaglie virtuali per rompere il silenzio e tornare a riaccendere la faida tra le strade del quartiere. Hanno deciso di colpire l’obiettivo più facile: il fratello di Zamberletto era solito trascorrere gran parte della giornata sul ciglio di via Argine per vendere rotoloni di carta e mai avrebbe potuto stimare di essere destinato a finire nel mirino dei killer al posto di suo fratello, data la sua estraneità alle dinamiche malavitose attuali. Seppure in passato era stato condannato per rapina e reati di droga, pur non ricoprendo mai un ruolo di spessore nel contesto camorristico, negli ultimi tempi si era sempre più estraniato dagli affari gestiti da suo fratello, ma ciò non è bastato a estrometterlo dai piani dei rivali.
I De Micco-Mazzarella hanno rotto il silenzio per infliggere un duro colpo alla compagine rivale, inscenando un’azione dimostrativa finalizzata a lanciare un duplice messaggio alla fazione antagonista andando a colpire proprio il gruppo che negli ultimi tempi ha inscenato le azioni più eclatanti in termini di ambizioni criminali. Le “stese” e le incursioni armate nei fortini dei De Micco, ma anche le imposizioni ai gestori delle piazze di droga più redditizie del quartiere, radicate nell’isolato 2 e 3 del rione De Gasperi, oltre alla conquista del controllo degli affari illeciti nello stesso rione. Un’ambizione rimarcata a suon di alleanze annunciate e sbandierate sui social network, prima con i D’Amico del rione Conocal, poi con i De Luca Bossa del Lotto O. Un “tutti contro i De Micco” al quale il clan egemone ha replicato mettendo a segno un agguato eclatante, colpendo un soggetto estraneo alle logiche criminali, non essendo direttamente integrato negli affari del gruppo gestito da suo fratello. Una spedizione punitiva, un’azione dimostrativa voluta per lanciare un monito inquietante ai rivali e che vede i De Micco tutt’altro che disposti ad indietreggiare per cedere terreno alla fazione antagonista e per perseguire il loro obiettivo sono pronti a tutto, anche a colpire i loro familiari estranei alle logiche criminali.
In questo modo il gruppo di Zamberletto e i suoi fiancheggiatori è chiamato ad uscire allo scoperto per vendicare la morte di Emanuele Montefusco, ma questo vorrebbe dire rendersi vulnerabili e prestare il fianco ai rivali esponendosi al pericolo di andare incontro allo stesso destino del 49enne freddato in pieno giorno a via Argine. Questa la trama ordita dai rivali che mirano a stanare il ras, l’omicidio di suo fratello palesa in maniera inequivocabile le intenzioni dei “bodo”. Dal loro canto, i rivali potrebbero a loro volta ripiegare su bersagli facili da stanare e ugualmente estranei alle dinamiche malavitose, andando ad innescare un meccanismo tanto pericoloso quanto incontrollabile che rischia di generare un’escalation di violenza che potrebbe rappresentare un pericolo tangibile anche per i cittadini estranei alle logiche criminali.