Cristopher Thomas Luciani, aveva appena 16 anni e nel corso della serata di domenica 23 giugno è stato assassinato nel parco «Baden Powell» nel centro di Pescara. Dai primi controlli di polizia risulta che il minore in passato fosse risultato invischiato in vicende di droga.
Ed è proprio questa la pista più accreditata che riconduce al movente del suo omicidio. Alla base della lite con due coetanei che poi lo hanno ucciso, un debito di 200-250 euro non saldato dalla vittima.
Almeno 20 le coltellate inflitte.
Cristopher Thomas Luciani aveva conquistato le pagine di cronaca lo scorso anno quando era scappato di casa e i suoi genitori avevano lanciato l’allarme.
Anche stavolta Christopher era irreperibile da venerdì sera. Pare fosse in una comunità di Campobasso, dove era finito dopo essersi messo per l’ennesima volta nei guai. Aveva un permesso per uscire e frequentare un corso professionale, ma in quella comunità, lo scorso venerdì 21 giugno non è rientrato. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire gli ultimi giorni di vita del 16enne per capire cosa sia accaduto da venerdì a domenica sera, ovvero, dal ritrovamento del suo cadavere in quel parco dove si trovava in compagnia di due coetanei che poco dopo sono stati arrestati.
Si tratta di due adolescenti, entrambi liceali, figli di famiglie note nella zona: uno è figlio di un maresciallo dei carabinieri; l’altro di una professionista iscritta all’Ordine degli avvocati, ma che da anni si è dedicata all’insegnamento.
I due sono stati interrogati dagli inquirenti, di fronte ai quali non avrebbero mostrato alcun segno di emozione: né lacrime, né pentimento. Tanto da far dire alla questura che non si sarebbero resi conto del «disvalore» del loro gesto.
Secondo i primi rilievi, i due presunti assassini dopo il delitto sarebbero andati a fare il bagno al mare. Lì si sarebbero anche disfatti del coltello, che non è ancora stato ritrovato.
Quando il 118 hanno ricevuto la chiamata verso le 21, il giovane era già morto: i ripetuti tentativi di rianimarlo sono stati vani. Pare che a chiamare i soccorsi sia stato un ragazzo che aveva passato parte del pomeriggio e della serata con i due arrestati. Deve aver realizzato la gravità di quello che è accaduto e ha telefonato per far ritrovare il corpo.