Con gli ultimi quattro avvenuti nel weekend, salgono a quota 43 i suicidi di detenuti dall’inizio del 2024 nelle carceri italiane: 16 erano in attesa di giudizio.
Sugli ultimi casi il Garante dei diritti delle persone detenute sta svolgendo approfondimenti assumendo informazioni per capire le modalità dei gesti.
Ogni caso, sottolineano fonti dell’Autorità, è diverso dall’altro: bisogna tenere conto della storia personale, dell’età, del residuo di pena da scontare. L’Autorità invoca da tempo un uso equilibrato della custodia cautelare in carcere, nonché misure deflattive.
La normativa vigente consente, ad esempio, la liberazione anticipata speciale. Bisogna però tenere conto dell’articolo 4 bis della legge sull’ordinamento penitenziario, che vieta la concessione di benefici per determinati reati. Due dei 4 suicidi recenti avrebbero concluso la pena nel 2026.
L’ultimo è riuscito ad impiccarsi nel reparto ospedaliero all’interno del carcere di Bancali a Sassari. Il quarto in 24 ore dopo i suicidi nei penitenziari di Ariano Irpino, Biella, Teramo. Detenuti giovani e anziani, italiani e stranieri, accomunati dall’incapacità di tollerare condizioni di detenzione che hanno oltrepassato i limiti.
Un “monito” all’Italia per “l’immediata adozione di efficaci interventi sulle disastrose condizioni delle carceri e per una maggiore trasparenza delle informazioni”, arriva dal Consiglio d’Europa. Il comitato dei ministri proprio due giorni fa ha emesso una nota in cui “constata con grande preoccupazione che le misure adottate finora dalle autorità non sono riuscite ad arrestare l’allarmante tendenza negativa dei suicidi in carcere, osservata dal 2016 e proseguita nel 2023 e all’inizio del 2024″.
I detenuti nelle strutture presenti nel nostro Paese sono 61.468, a fronte di 47.067 posti regolarmente disponibili, per un indice di sovraffollamento pari al 130,59%. Lo certificano i numeri aggiornati degli istituti di pena.
I sindacati degli agenti penitenziaria da tempo chiedono un decreto-legge per alleggerire la popolazione delle carceri che in questo momento in Italia conta ben 14mila detenuti in più rispetto alla capienza. “Servono assunzioni straordinarie e accelerate nel corpo di polizia penitenziaria, mancante di almeno 18mila unità, e il potenziamento dell’assistenza sanitaria, soprattutto psichiatrica, in crisi profondissima. Parallelamente, vanno avviate riforme strutturali. Siamo dentro un’ecatombe”, aggiunge De Fazio.
Grande sofferenza parallelamente nel corpo della Polizia penitenziaria. “L’altra faccia della medaglia dell’emergenza carcere sottolinea Aldo Di Giacomo del Sindacato di polizia penitenziaria, “è l’aumento di aggressioni e violenze al personale penitenziario che ha raggiunto il 40% in più nel giro di pochi mesi. Nella stessa giornata del suicidio a Teramo, sono 8 gli agenti aggrediti e costretti a ricorrere alle cure dei medici”.