Paolo Sorrentino con il film Parthenope è in concorso al Festival di Cannes.
Un film visionario che parla di Napoli e della vita di una certa Parthenope, figlia di una famiglia borghese, che segue dal 1950, anno di nascita, fino al 2023, anno dello scudetto del Napoli. Il racconto viene scandito da incontri con personaggi a tratti folcloristici, eccentrici e anche molto realistici, come il professore di antropologia, interpretato da Silvio Orlando.
Napoli, 1950. Parthenope (Celeste Dalla Porta) nasce nell’acqua del mare della baia. Proprio come una sirena. Da adolescente la sua bellezza è folgorante: il suo sguardo cattura chiunque lo incontri. Chi rimane imbrigliato per quasi tutta la vita è Sandrino (Dario Aita), un amico d’infanzia. Ma anche il fratello di lei, Raimondo (Daniele Rienzo) è ossessionato dalla bellezza della ragazza. Insieme a Sandrino formano un trio inseparabile. Sarà un evento drammatico a metterli su strade diverse.
Parthenope cresce, si iscrive alla facoltà di antropologia. Qui conosce il professore Devoto Marotta (Silvio Orlando), l’uomo diventa un punto di riferimento per lei, una figura quasi paterna, che la indirizzerà lungo le varie tappe della vita. Sarà l’unico con cui condividerà il dolore per un lutto. Parthenope si laurea in ritardo, dopo una parentesi dedicata a una possibile carriera da attrice. A farla desistere sono due figure colorate del film: l’insegnante di recitazione Flora Malva (Isabella Ferrari) e Greta Cool (Luisa Ranieri), una diva del cinema sul viale del tramonto, che per certi versi richiama Sophia Loren.
Il film si sofferma su alcune date ben precise. Come il 1968, anno delle manifestazioni studentesche, il 2023, anno dello scudetto del Napoli e il 1950, anno del colera. Parthenope sostituirà in università il professor Devoto, diventando un’antropologa rinomata. Nell’ultima parte della sua vita il personaggio è interpretato da Stefania Sandrelli.
Sorrentino racconta il sacro e il profano di Napoli, l’oscuro e la luce, l’indolenza e la vivacità, gli adulti sfiancati e la giovinezza che galoppa velocemente. «Da grandi tutto sbiadisce», mette in guardia Parthenope lo scrittore John Cheever (Gary Oldman). «È stato meraviglioso essere ragazzi, ma dura poco», dice. Il regista segue le tappe della vita della protagonista e contemporaneamente tratteggia le varie anime di Napoli: triste e frivola, determinata e svogliata, viva e sola.