La giornata di lunedì 20 maggio 2024 difficilmente sarà dimenticata dagli abitanti dell’area Flegrea. Una serie di scosse di terremoto, in tutto oltre 400, ha fatto sobbalzare la provincia di Napoli da Pozzuoli fino all’estrema periferia della città Metropolitana. La sequenza ha avuto inizio con un evento di magnitudo 3.5 alle 19:51 ed è proseguita con un evento di magnitudo 4.4 alle 20:10 seguita alle 21:46 da un evento di magnitudo 3.9 e da altri due successivi di magnitudo 3.1 e 3.6. Altre scosse si stanno verificando in queste ore, ma sono di entità minore. Date le caratteristiche di questi terremoti l’area di maggiore scuotimento del suolo è stata quella della zona di Pozzuoli.
Dalle 19:51 di ieri lo sciame sismico in corso nell’area dei Campi Flegrei ha fatto registrare, fino alle ore 00:31 di oggi, circa 150 terremoti, il più forte dei quali di magnitudo 4.4, all’interno della Solfatara. Lo evidenzia l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) aggiungendo che non si registrano allo stato attuale un aumento della velocità di sollevamento, che attualmente è di 2 cm/mese, né variazioni di andamento nelle deformazioni orizzontali o deformazioni locali del suolo diverse rispetto all’andamento precedente.
L’Ingv quindi ricorda che durante la crisi bradisismica del 1982-84 il sollevamento del suolo raggiunse i 9 cm al mese, e si superarono anche 1300 eventi sismici al mese. Attualmente, invece, nell’ultimo mese sono stati registrati circa 450 eventi.
Inoltre, i parametri geochimici “non mostrano variazioni significative rispetto agli andamenti degli ultimi mesi, se non il ben noto incremento di temperatura e pressione che caratterizza il sistema idrotermale”.
“La sismicità – aggiunge l’Ingv – non è un fenomeno prevedibile, pertanto non può essere escluso che si possano verificare altri eventi sismici, anche di energia analoga con quanto già registrato durante lo sciame in corso”.
L’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv continua le attività di monitoraggio ordinarie e straordinarie al fine di “individuare anche le più piccole variazioni nei parametri di monitoraggio utili per definire al meglio l’attuale fenomeno in corso”.
Si tratta di terremoti molto superficiali, quindi estremamente energetici nelle zone epicentrali, ma in rapido smorzamento con la distanza dall’epicentri. Diversi i danni segnalati a seguito della scossa più forte, lesioni negli edifici, calcinacci e alcuni cornicioni caduti e naturalmente tanta apprensione tra la popolazione che ha trascorso la notte in strada. In tanti hanno trovato riparo a bordo di auto posteggiate lontane dagli edifici, oppure nelle due piccole tendopoli, rapidamente allestite dalla Protezione civile nella zona del porto e in quella di lungomare Pertini.
All’alba, e a causa di un repentino abbassamento della temperatura, in tanti sfidando la paura hanno deciso di far rientro a casa. Non sono mancati momenti di tensione anche durante la notte: c’è chi ha lamentato l’assenza di bagni chimici, arrivati a Pozzuoli stamattina.
Da una valutazione empirica basata sul calcolo del volume di rocce coinvolte nella deformazione si è giunti alla ragionevole sicurezza che la magnitudo massima attesa da questi terremoti non possa superare il grado 4.5 della scala Richter, quello di ieri sera dunque dovrebbe considerato come il terremoto più forte possibile nell’area. Convivere con il terremoto è possibile ma servono maggiori interventi dal lato istituzionale che possano garantire la sicurezza degli edifici ed essere pronti nell’immediato per gli interventi più urgenti in caso di forti scosse. Purtroppo quello che è accaduto ieri dimostra il pieno fallimento del sistema di viabilità dell’area che si è completamente congestionata in poche ore.