Musica in filodiffusione, fuochi d’artificio e spettacolo di luci all’esterno del carcere di Secondigliano, dove dallo scorso ottobre è recluso in neomelodico Tony Colombo per festeggiare il suo primo compleanno da detenuto. Uno show-tributo andato in scena all’indomani dell’uscita del suo nuovo singolo.
I video dello show impazzano sui social, la vicenda è stata segnalata dal deputato di Alleanza Verdi – Sinistra, Francesco Emilio Borrelli e rilanciata da numerosi media. A destare scalpore è soprattutto la “spettacolarizzazione del dramma” manipolato ad arte per tramutare Colombo in un martire, malgrado il neomelodico catanese sia finito in carcere, insieme alla moglie Tina Rispoli, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Una trovata di marketing voluta probabilmente per rilanciare le quotazioni del cantante, malgrado lo status di detenuto. Questo spiegherebbe la scelta di pubblicare sui social il video del nuovo brano di Colombo, “Ti prometto”, proprio alla vigilia del suo compleanno per poi rilanciarlo con la performance in pompa magna andata in scena all’esterno dell’istituto penitenziario nel quale si trova recluso in occasione del suo primo compleanno da detenuto. Una ricorrenza trasformata in uno show eclatante, malgrado le vicende giuridiche del neomelodico lascino presagire che ci siano ben pochi motivi per festeggiare.
E’ evidente che lo staff del cantante abbia atteso i risvolti giuridici della vicenda, sperando che il riesame potesse scagionarlo o almeno consentirgli di ottenere gli arresti domiciliari, ma così non è stato. Troppo schiaccianti le prove a suo carico che dimostrano come, insieme a sua moglie, abbia finanziato le attività imprenditoriali di Vincenzo Di Lauro, figlio di Paolo, boss fondatore dell’omonimo clan operante a Secondigliano. Dalle prove raccolte dagli inquirenti emerge anche il coinvolgimento diretto di Colombo nella ricerca di un capannone da destinare alla lavorazione delle sigarette di contrabbando. In sostanza, il neomelodico non si sarebbe limitato a ricoprire il ruolo passivo di marito della vedova del boss Gaetano Marino, ma si sarebbe perfettamente integrato negli affari illeciti orchestrati dalla famiglia/clan Rispoli.
Motivo per il quale quel plateale tributo andato in scena all’esterno del carcere in cui Colombo è detenuto per “festeggiare” il suo compleanno, rappresenta un messaggio fuorviante che mira a cancellare dall’immaginario collettivo lo status di affiliato a un clan camorristico per consentire alla componente musicale di prendere il sopravvento, tentando così di ripulirne l’immagine.
Un tributo-show dal quale trapela la disperata necessità di mantenere a galla la figura di Tony Colombo cantante, malgrado il suo status di detenuto, ma che al contempo attira sul Tony Colombo detenuto l’attenzione degli inquirenti e di quella parte di opinione pubblica ben consapevole che quel genere di proseliti, negli ambienti camorristici, vengono rivolti solo alle figure di spicco, ai pezzi da novanta, perché se l’intento era quello di “far ritornare la musica” – così come annunciato sui canali social del neomelodico siciliano alla vigilia dell’uscita del nuovo brano – allora, sarebbe stato più opportuno e rispettoso farlo nel rispetto delle leggi, soprattutto quelle dettate da principi etici e morali più edificanti, in virtù della situazione giuridica di per sé gravemente compromessa nella quale si trova attualmente Colombo.
Del resto, quello show plateale ed eclatante potrebbe rappresentare un’ostentazione di forza non solo da parte del neomelodico, ma dell’intero clan di appartenenza che facendosi scudo della sua musica può aver utilizzato quella performance per divulgare ben altri messaggi.