Spettacolo pirotecnico, palloncini, coreografie, l’immancabile corteo di scooter e moto che marcano il territorio e rivendicano egemonia e autorità: non è una “scena di Gomorra”, ma l’ennesimo tributo a un “martire della camorra” andato in scena nel rione Conocal di Ponticelli. Ancora una volta, la famiglia/clan D’Amico enfatizza il ricordo di Vincenzo Costanzo, il ras ucciso in un agguato di camorra a Napoli, lo scorso 5 maggio, mentre migliaia di napoletani si riversavano tra le strade della città per festeggiare il terzo tricolore azzurro.
Il nipote acquisito del boss Antonio D’Amico, assassinato all’età di 26 anni, è stato celebrato e osannato, ancora una volta, nel giorno in cui avrebbe festeggiato il compleanno, così come dimostrano i video che spopolano su TikTok. L’ennesimo schiaffo all’orgoglio delle forze dell’ordine operanti sul territorio che avrebbe l’obbligo morale di segnare in rosso sul calendario le date in cui questo genere di tributi sono destinati ad andare in scena in quella sede per stroncare sul nascere le intenzioni di una delle famiglie camorristiche più temprate del quartiere, avvezza ad avvalersi di simboli e linguaggi subliminali per diramare messaggi finalizzati a consolidare consensi e affiliazione, ma anche ugualmente utili a dimostrare ai rivali che la famiglia è intenzionata a onorare la memoria del ras e vendicare la sua morte.
Era prevedibile che nel giorno del compleanno di Vincenzo Costanzo sarebbe andato in scena l’ennesimo “tributo-show” finalizzato ad esaltare il ricordo di un camorrista ucciso e al contempo rimarcare il controllo e l’egemonia del rione da parte di una famiglia/clan che ha continuato a seguire le orme del ras assassinato, seguitando a taglieggiare soprattutto i residenti in zona. Una plateale ed indisturbata dimostrazione di forza che costringe i civili a indietreggiare e a perdere fiducia nello stato e nelle istituzioni. Non c’è da stupirsi se al cospetto di spari, minacce, estorsioni, occupazioni coatte di abitazioni e non solo, i cittadini non sentano il dovere e la necessità di allertare le forze dell’ordine. Dinanzi a questo tipo di dimostrazioni di forza da parte della camorra, tanto plateali quanto impunite, nei civili regna un triste senso di sconforto e abbandono che favorisce l’ascesa delle logiche malavitose.
Il rione Conocal di Ponticelli si conferma, per l’ennesima volta, un arsenale dominato dalle logiche camorristiche. Un copione analogo era andato già in scena lo scorso 5 giugno, in occasione del trigesimo della morte del ras Vincenzo Costanzo. Conquistarono le pagine dei quotidiani nazionali quelle immagini che mostravano un corteo di moto marcare le strade del quartiere, unitamente alla dilagante anarchia che ha consentito a decine e decine di persone di fare tutto quello che volevano, riversandosi finanche tra le strade del confinante comune di Volla. Uno scempio che tristemente si è ripetuto, malgrado fosse un disastro annunciato.
Resta da capire se le forze dell’ordine lasceranno il clan libero di agire indisturbato anche il prossimo 5 maggio, giorno in cui si celebra il primo anniversario della morte del ras Vincenzo Costanzo, consentendo – ancora una volta – a un clan di camorra di omaggiare la memoria di un camorrista ucciso tra le strade di un rione sempre più ostaggio delle logiche criminali.