Un quartiere in balia della criminalità, dove dilaga lo spaccio di droga, anche a cielo aperto e in pieno giorno, in luoghi frequentati da bambini: questa la situazione che si registra attualmente tra le strade di Ponticelli e che concorre ad accrescere l’esasperazione e la paura tra i cittadini, costretti a rintanarsi nelle loro abitazioni al calar del sole.
Un coprifuoco imposto tacitamente dalle dinamiche camorristiche che si sono avvicendate di recente e che continua ad essere rispettato, anche se i due clan entrati in contrasto per il controllo del territorio hanno temporaneamente sospeso le ostilità. Paradossalmente, il silenzio bruscamente subentrato alle scorribande armate che hanno seminato il panico tra le strade del quartiere fino a poche settimane fa, incute più timore, perchè lascia presagire che di qui a poco potrà verificarsi qualche azione destinata a scardinare questo equilibrio precario e percepito dai civili come una fase transitoria, un time out incastonato tra la prima fase della faida e quella successiva.
Un silenzio del quale, per il momento, stanno beneficiando gli affari illeciti. In primis, il business della droga, mai presente in quantità così massiccia tra le strade di Ponticelli.
Uno degli aspetti più indicativi riguarda proprio l’anarchia scaturita dalla nuova politica criminale imposta dai clan operanti sul territorio che ha sancito una brusca inversione di rotta rispetto al passato, quando l’attività di spaccio di stupefacenti era relegata nei rioni di edilizia popolare. Non a caso, le piazze di droga più redditizie e datate del quartiere sono quelle radicate nell’isolato 2 e 3 del rione De Gasperi – capaci di produrre un utile mensile di circa mezzo milione di euro – unitamente a quelle gestite dai “pazzignani” tra gli isolati 10 e 15 dello stesso rione dove, nell’isolato 17, il ras entrato in contrasto con i De Micco ha allestito il suo quartier generale. Nella zona delle “case murate” dell’ex fortino dei Sarno, analogamente si rileva la presenza di altri presidi di spaccio. Scenario analogo nel rione Conocal, dove di recente il clan D’Amico ha incrementato nuovamente il business auspicando di ritornare ai livelli conseguiti prima del blitz del 2016, quando in quella sede si registrava la presenza di dozzine di piazze di droga.
Gli affari proseguono a gonfie vele anche nei fortini controllati dai D’Amico e dai De Micco: il rione Incis, il rione Fiat, ma anche il “parco di Topolino”, il “lotto 6” e il “lotto 10”. Senza tralasciare gli arsenali dei clan in declino, come il Lotto O controllato dai De Luca Bossa e il plesso di case popolari di via Luigi Franciosa, quartier generale dei Casella, al pari delle “succursali” allestite dai clan di Ponticelli nei vicini comuni di Cercola, San Sebastiano al Vesuvio e Volla.
A suscitare l’ira e la preoccupazione dei cittadini non è solo il notevole incremento del volume d’affari nei rioni dove da anni la droga rappresenta il core business dell’economia locale, ma la dilagante attività di spaccio che con estrema sfrontatezza e disinvoltura viene praticata nelle strade del centro cittadino, viale Margherita in primis. Una strada simbolo del quartiere, un’arteria cruciale costeggiata da attività commerciali e frequentata da tantissimi cittadini che vivono con disagio e apprensione l’incontenibile ascesa della criminalità, soprattutto perché introdotta da giovani irriverenti e sfrontati, capaci di consegnare la consapevolezza che anche uno sguardo poco gradito potrebbe essere punito impugnando una pistola. Un’invasione barbarica che si registra anche nel centro storico, nella zona del cosiddetto “stretto”, ma anche nel rione Santa Croce, dove la presenza di pusher e spacciatori non è mai stata così elevata e sfrontata.