Tra le strade del quartiere Ponticelli regna un silenzio anomalo, introdotto dalla latitanza delle scorribande armate che, negli ultimi tempi, hanno quotidianamente animato le strade del quartiere. Affiliati e figure di spicco delle due fazioni entrate in conflitto ormai da diverso tempo, al calar del sole e fino a notte fonda, erano soliti aggirarsi tra le strade e nei rioni a bordo di motociclette, con le armi ben in mostra per marcare il territorio, ma anche per stanare un rivale da colpire. Tutto ad un tratto, entrambi i gruppi, si sono ritirati nei rispettivi fortini e tra le strade del quartiere è calato un clima desertico.
Niente fragorosi cortei di moto, niente bombe, spari e auto incendiate, nessuna azione intimidatoria concreta, solo vuoto e silenzio tra le strade del quartiere e nei rioni controllati dai clan. Una politica che stride pesantemente con il trend che si era registrato negli ultimi mesi e che ha visto le due fazioni scontrarsi a suon di azioni violente, eclatanti e rumorose e che sancisce una perentoria inversione di rotta, come se fosse stato siglato un patto di non belligeranza per effetto di un ordine “calato dall’alto” da parte di una o più figure di spicco della malavita locale che gli attori di entrambe le fazioni non potevano fare a meno di rispettare.
Una guerra solo rimandata, questo è palese ed evidente, grazie ai contenuti pubblicati sui social network e che hanno ufficialmente confermato che le ostilità si sono temporaneamente trasferite nel mondo virtuale. Ormai da giorni, i De Micco e il cartello costituito dagli altri clan operanti sul territorio, si beccano a suon di post, stories, video pubblicati sui social network. I De Micco prediligono TikTok, mentre i gregari del cartello antagonista sembrano più propensi a beneficiare di maggiore discrezione e per questo si avvalgono delle stories di Instagram per replicare alle frecciatine indirizzate dai rivali.
Messaggi espliciti, contenuti sempre più eloquenti e pregni di odio e rancore che da un lato mantengono alta la tensione tra le due compagini in contrasto e dall’altro, adempiono all’altrettanto prioritario intento di ricordare alla collettività che la camorra a Ponticelli esiste e si è solo temporaneamente defilata. Quest’ultimo aspetto non merita affatto di essere trascurato perché concorre ad appagare una delle esigenze più importanti: quella di battere cassa. Un messaggio nel messaggio che giunge forte e chiaro ai soggetti taglieggiati dai clan operanti sul territorio che dal loro canto, ma soprattutto ai gestori del business più prolifero del quartiere, quello della droga.
Un clima orfano di spari e di scorribande armate di cui stanno beneficiando soprattutto loro, i gestori delle piazze di droga del quartiere, consapevoli di poter essere un “bersaglio sensibile” nell’ambito dello scenario che si respirava fino a poco tempo fa. Allo stato attuale, invece, soprattutto i “capi” delle piazze dell’isolato due e tre del rione De Gasperi, quelle più quotate della zona, sembrano beneficiare della battuta in ripiegata delle fazioni in conflitto. Il business dello spaccio nell’arsenale attualmente controllato da “Zamberletto” prosegue a gonfie vele, i clienti si susseguono con frequenza dal tramonto all’alba, con i soliti schiamazzi annessi che turbano la quiete notturna dei residenti in zona. Una situazione che si rileva anche negli altri rioni del quartiere e della quale entrambi i clan stanno traendo beneficio.
Gli affari illeciti proseguono senza intralci e turbamenti e concorrono ad arricchire le casse di entrambi i clan che hanno bisogno di denaro anche per sovvenzionare la faida che, di qui a poco, inevitabilmente dirà addio al mondo virtuale per tornare a riversarsi tra le strade di Ponticelli.