“Tempo al tempo che le facce verdi le faremo diventare bianco cadavere”, “vendetta”, “time to time”: sono solo alcuni dei messaggi apparsi su TikTok e pubblicati dai profili riconducibili ai De Micco-Mazzarella, organizzazione attualmente egemone a Ponticelli.
Video, frasi, emoticon che continuano a confermare il trend in corso sul versante camorristico ponticellese e che vede la faida per il controllo del territorio che ha tenuto banco per diverse settimane tra le strade del quartiere, tramutarsi in un “botta e risposta” virtuale dai toni sempre più espliciti. Superato il mancato agguato sfociato in un incidente stradale in cui hanno avuto la peggio due affiliati al gruppo emergente del rione De Gasperi, archiviate le abbuffate di Pasqua e Pasquetta e l’incursione armata nel rione Conocal, su Ponticelli è calato il gelo.
Le figure di spicco e i gregari di entrambe le fazioni entrate in contrasto non si vedono più in sfilare con armi e pistole in bella mostra, come accadeva fino a poco tempo fa dove “le scese” e le scorribande da parte di soggetti armati venivano segnalate costantemente dai cittadini sempre più in apprensione. Entrambi i clan stanno optando per un profilo basso che non prevede azioni eclatanti. Tra le strade di Ponticelli, tutto ad un tratto, regna il silenzio dettato da una politica accorta e prudente, un patto tacito di non belligeranza che ha introdotto un clima desertico e silenzioso che consegna l’inquietante consapevolezza che da un momento all’altro una pioggia di spari sia destinata a scardinare quell’equilibrio precario e percepito come tutt’altro che duraturo, ne sono consapevoli i cittadini: troppi gli interessi in ballo, al pari dei conti in sospeso da saldare.
Una certezza confermata dalla faida virtuale subentrata – non a caso – in seguito alla battuta in ripiegata delle due fazioni entrate in conflitto e che vede i De Micco-Mazzarella rilanciare azioni e intenzioni servendosi dei video su TikTok, mentre i rampolli dei clan Casella-Minichini-De Luca Bossa e del gruppo emergente del rione De Gasperi appaiono particolarmente attivi su Instagram dove si servono soprattutto delle stories per lanciare messaggi espliciti ai rivali.
“Spietata sarà la sorte verso coloro che hanno gioito dei nostri giorni bui”: è la frase pubblicata nelle ultime ore, pressoché in contemporanea, da due rampolli del cartello antagonista dei De Micco e che suscita particolare suggestione per un motivo ben preciso. I due giovanissimi divulgatori di questo messaggio sono legati alla famiglia Minichini-De Luca Bossa e D’Amico, due clan che hanno un pesante conto in sospeso con i De Micco. I primi hanno ben due omicidi eccellenti da vendicare: quello di Antonio Minichini, figlio 18enne di Anna De Luca Bossa e del boss Ciro Minichini e quello di Carmine D’Onofrio, 23enne figlio naturale di Giuseppe De Luca Bossa, mentre i D’Amico non hanno mai nascosto il desiderio di vendicare la morte di Annunziata D’Amico, sorella di Giuseppe e Antonio, boss fondatori dell’omonimo clan. Tre delitti sui quali campeggia un’unica firma, quella dei De Micco e che rappresentano una delle motivazioni più forti che inasprisce le ostilità tra le due fazioni. Motivo per il quale è più che lecito ipotizzare che in qualsiasi momento i rivali possano organizzare la controffensiva per cercare di pareggiare i conti con i De Micco. Uno scenario che appare tutt’altro che remoto e che potrebbe identificare una giustificazione utile a legittimare il clima di calma apparente bruscamente subentrato tra le strade del quartiere nelle imminenti scarcerazioni attese da entrambi i clan.
Il rumors più temuto riguarda il ritorno del primogenito di Annunziata D’Amico: Gennaro Ercolani alias Genny “fraulella”. Quello del rampollo di casa D’Amico non sarebbe l’unica scarcerazione eccellente attesa dal clan del Conocal e di riflesso dagli alleati, anche Salvatore Chernobyl Ercolani, padre di Gennaro e marito di Annunziata D’Amico dovrebbe essere scarcerato a breve, al pari di un cognato della donna-boss che ha pagato con la vita il diniego di corrispondere ai De Micco una tangente sulle piazze di droga che gestiva nel suo rione.
Anche sul versante rivale vengono annunciate delle scarcerazioni imminenti destinate a rinfoltire il clan De Micco, così come trapela da diversi contenuti divulgati sui social da profili riconducibili proprio ai cosiddetti “Bodo”.
Proprio questa serie di eventi imminenti attesi con trepidante scalpore da entrambe le fazioni potrebbero rappresentare una delle motivazioni che hanno portato i due cartelli rivali a deporre temporaneamente le armi, introducendo una sorta di “quiete prima della tempesta” che ha generato un clima tutt’altro che rassicurante.