Un gruppo iperattivo sui social network, così come tra le strade del quartiere, quello emerso dalle rovine del rione De Gasperi di Ponticelli e che dopo essere riuscito a scalzare i De Micco proprio dall’ex arsenale dei Sarno sembra intenzionato ad espandersi.
Un cartello capeggiato da “Zamberletto”, camorrista proveniente dalla vecchia scuola dei Sarno e che dopo una lunga condanna scontata in carcere è tornato a Ponticelli manifestando in più circostanze la volontà di ricoprire un ruolo tutt’altro che marginale nell’ambito della scena malavitosa. Più volte nel passato recente è finito nel mirino dei rivali che indirizzandogli azioni intimidatorie erano riusciti a dissuaderlo dal seguitare ad adottare una condotta non in linea con la politica imposta dal clan egemone. Negli ultimi tempi, malgrado le plurime schermaglie che si sono avvicendate proprio nel rione De Gasperi e che hanno fatto registrare l’esplosione di diverse bombe, ma anche raid incendiari che hanno distrutto alcune automobili, il ras ha continuato a sfidare i De Micco riuscendo a conquistare proprio il controllo del rione.
Una conquista maturata senza spargimento di sangue, imponendo ai gestori delle tante piazze di droga che pullulano nel rione di incrociare le braccia per opporsi alle imposizioni dei cosiddetti “Bodo” che oltre a una tangente settimanale sui proventi dell’attività illecita, obbligata gli stessi a rifornirsi di stupefacenti solo ed esclusivamente da loro. Convincendo i gestori delle piazze di droga a sospendere l’attività illecita per qualche giorno, il ras è riuscito ad avere la meglio sui De Micco. Una conquista che ha galvanizzato la sua compagine, composta da parenti e da un gruppo di giovanissimi imparentati a una figura di primo ordine della camorra ponticellese e che ora si sente legittimata ad alzare l’asticella delle pretese. Un’esaltazione ulteriormente fomentata dalla mancata replica dei De Micco, stranamente silenti e accondiscendenti, malgrado si siano visti scippare il controllo delle piazze di droga più redditizie del quartiere, non rispolverando – almeno per ora – quel copione che in passato, in situazioni analoghe, aveva cagionato la morte di diverse figure di spicco della camorra locale, come Salvatore Solla e Annunziata D’Amico, rispettivamente luogotenente dei De Luca Bossa e donna-boss del clan D’Amico, entrambi assassinati per essersi rifiutati di corrispondere una tangente sui proventi dell’attività di spaccio che gestivano nei rispettivi rioni. Malgrado il sonoro affronto subito di recente, “i big” del clan attualmente detenuti avrebbero impartito ai reggenti del clan l’ordine di non esporsi compiendo azioni eclatanti che potrebbero attirare l’attenzione delle forze dell’ordine: un pericolo che la cosca attualmente egemone a Ponticelli deve scongiurare a tutti i costi poichè, qualora scattassero le manette per i capoclan, l’organizzazione non sarebbe in grado di rimpiazzarli. Un pericolo al quale i De Micco non intendono esporsi anche in virtù dei dissidi sempre più evidenti con il clan De Martino che potrebbe sfruttare a proprio vantaggio un eventuale momento di difficoltà.
Proprio per questo motivo il gruppo emergente del rione De Gasperi si sente legittimato a spingere il piede sull’acceleratore nel senso più compiuto del termine: “stese” e scorribande di moto che sfilano nel rione e anche negli arsenali dei rivali si registrano pressoché tutte le sere, palesando la chiara intenzione di provare ad espandersi ben oltre i confini dell’ex fortino dei Sarno. Una velleità rilanciata di continuo anche sui social, dove di recente, il figlio del ras ha pubblicato un video che dirama l’ennesimo messaggio esplicito.
Una carrellata di immagini mostrano le figure di spicco del gruppo del rione De Gasperi, accanto ai reduci della fazione del clan D’Amico legata al ricordo di Vincenzo Costanzo, il 26enne ras del Conocal ucciso durante la festa scudetto, le cui immagini campeggiano anche nel video. Un’alleanza “benedetta” evidentemente anche dai vertici del clan D’Amico, così come lasciano intendere le immagini di Antonio D’Amico alias Tonino Fraulella, boss fondatore dell’omonimo clan attualmente detenuto. I D’Amico sono notoriamente ostili ai De Micco che hanno assassinato Annunziata D’Amico. Tuttavia, l’omicidio della donna-boss potrebbe non essere l’unico delitto eccellente incassato dai fraulella sui quali spicca la firma dei “Bodo”.