Le intercettazioni che concorrono a ricostruire la carriera camorristica di Francesco Pio Valda, 20enne reggente dell’omonimo clan operante a Barra, disegnano il profilo di un giovane fortemente intenzionato a collezionare azioni violente e crimini efferati per conquistare e consolidare non solo il controllo del territorio, ma anche quella forma di potere capace di incutere timore e rivendicare rispetto. Un giovane che ambiva a diventare un boss cinico e temprato, sotto le direttive impartite dal fratello detenuto e da sua nonna.
Valda, ristretto in carcere ormai da un anno, accusato di aver ucciso il 18enne di Pianura Francesco Pio Maimone, vittima innocente della criminalità, era intercettato già da tempo, ma le indagini volte a sgominare il suo clan d’appartenenza, sono partite solo all’indomani dell’omicidio di Mergellina. La sera del 20 marzo del 2023, Valda si trovava nella zona degli chalet del lungomare di Napoli insieme al suo gruppo di amici e sodali, nell’ambito di una lite con una paranza rivale, un pestone gli ha macchiato una scarpa e di tutta risposta ha impugnato l’arma che portava con sé per sparare diversi colpi di pistola ad altezza d’uomo, uno dei quali ha colpito al petto Francesco Pio Maimone, seduto nei pressi di uno chalet in compagnia degli amici, poco distante dal luogo della rissa.
“Le mani non servono a niente, gli dai due spari si mettono paura”: per questo motivo, Valda ha replicato a quel pestone esplodendo dei colpi d’arma da fuoco. “La gente ha paura del piombo”. Queste alcune delle frasi intercettate che ben chiariscono il principio ispiratore del reggente del clan di famiglia, arrestato nel rione De Gasperi di Ponticelli, dove vivono alcuni familiari.
Nell’ambito di uno dei tanti dialoghi intercettati, Valda chiarisce anche quelli che erano i suoi rapporti con i “ponticellari”, (così vengono definiti in gergo i camorristi operanti nel quartiere Ponticelli) pochi giorni prima di finire in carcere con l’accusa di aver tolto la vita a un innocente, nell’ambito di una lite per futili motivi alla quale, per giunta, il 18enne di Pianura era estraneo.
Durante una conversazione con un soggetto non identificato che gli chiede quali fossero i suoi rapporti con i Ponticellari, Valda spiega che “stavano bene”, facendo poi riferimento a un disguido maturato contestualmente alla sua scarcerazione con un clan, perché intendevano appropriarsi di Barra, ma lui e il suo gruppo li cacciarono, poiché “a Barra comandavano loro”. Parole pronunciate il 16 febbraio del 2023 e che confermano le ambizioni di Valda, finanche capace di contrastare le incursioni di organizzazioni camorristiche più strutturate e organizzate, pur di preservare il controllo del territorio.