Le automobili incendiate e le bombe esplose nel rione De Gasperi di Ponticelli hanno scandito il clima di crescente tensione che si è registrato tra le strade del quartiere di recente. Non a caso, quei raid a distanza ravvicinata si sono alternati nel rione che accoglie le piazze di droga più redditizie del quartiere.
Proprio il business più prolifero della zona è il movente che ha ispirato quei tumulti, ora sfociati in un nuovo equilibrio camorristico nel rione, un tempo fortino del clan Sarno, oggi controllato da un soggetto la cui storia camorristica è nata proprio durante quell’era. Il ras è tornato in libertà da qualche anno, dopo aver scontato una pena detentiva scaturita dalla denuncia di Carmine Sarno detto Topolino, fratello degli ex boss di Ponticelli che proprio in seguito al pentimento dei fratelli fu costretto a cedere un’impresa di pulizie e un’agenzia discografica ai reduci del clan che avevano deciso di non seguire gli ex leader di Ponticelli nel percorso di collaborazione. Non appena è tornato nel rione, ha più volte lasciato intendere di non accontentarsi di un ruolo marginale nell’ambito dello scacchiere camorristico locale, tant’è vero che in più occasioni è finito nel mirino dei rivali che gli hanno indirizzato diversi raid a scopo intimidatorio, come accaduto anche di recente, per cercare di costringerlo a rivedere i suoi piani.
Stanco di sottostare alle direttive impartite dei De Micco che starebbero imponendo ai gestori delle piazze di droga di pagare una tangente sui proventi dell’attività illecita e di acquistare la droga per rifornire le piazze solo dal clan, il ras rione avrebbe inscenato una significativa protesta che avrebbe sancito il punto di non ritorno.
Avrebbe imposto ai gestori delle altre piazze di droga del rione di incrociare le braccia per mettere in ginocchio il clan, quindi di supportare quel moto di ribellione, necessario per ottenere una miglioria collettiva. E così è stato: tanto gli è bastato per riuscire a conquistare il controllo degli affari illeciti nel rione De Gasperi. Adesso è il ras dissidente “il capo” del rione. Tant’è vero che è lui a riscuotere le tangenti dai gestori delle tante piazze di droga presenti nel rione.
Una conquista ottenuta facendo leva anche sul malcontento dei gestori delle piazze più redditizie del quartiere, quelle radicate nell’isolato due e tre del rione, alle quali il clan aveva imposto una tangente di duemila euro settimanali, oltre all’acquisto degli stupefacenti a prezzi esorbitanti. Fiutando nell’aria le condizioni utili per tentare di ribaltare la situazione, il ras è riuscito a conquistare il controllo del territorio, senza spargimento di sangue, almeno per ora.
Gli abitanti del rione De Gasperi continuano a segnalare alla redazione del nostro giornale la perenne presenza di scorribande di soggetti armati a bordo di motociclette. Appare chiaro che il nuovo ras del rione, supportato da una cerchia di gregari tra i quali figurano diversi parenti, ma anche da un gruppo di giovanissimi, stia marcando e presidiando il territorio, consapevole di aver pestato i piedi a un clan che in passato ha dato ampie dimostrazioni circa il trattamento che tende a riservare ai soggetti che si rendono autori di gesta simili, basta pensare all’omicidio di Salvatore Solla, luogotenente dei De Luca Bossa, ucciso nel fortino del clan, il rione Lotto O per essersi rifiutato di corrispondere ai “Bodo” la tangente sulla piazza di droga che gestiva. La stessa Annunziata D’Amico, donna-boss del rione Conocal, andò incontro al medesimo destino.
Consapevoli delle possibili conseguenze delle loro azioni, il ras del rione e i suoi gregari sono soliti andarsene in giro armati fino ai denti, concorrendo a creare un clima di tensione sempre più palpabile.
Dal loro canto, almeno per il momento, i reggenti del clan non avrebbero ancora pianificato un agguato per uccidere il ras dissidente per espresso volere delle figure apicali attualmente detenute, più preoccupate a preservare gli affari che a mettere la firma su azioni eclatanti che rischierebbero di privare la cosca dei suoi reggenti, qualora dovessero finire in manette. Un pericolo da scongiurare a tutti i costi, perchè in questo momento storico il clan non potrebbe contare su nessuna figura in grado di subentrare ai due attuali reggenti. Un rischio che il clan non vuole correre, con i fantasmi del passato ancora dietro l’angolo: correva l’anno 2017 quando l’arresto delle figure di spicco dei cosiddetti “Bodo” favorì l’ascesa dei clan alleati di Napoli est, depauperando la cosca delle pedine cruciali e fu così che a rappresentare i De Micco furono le giovani leve del clan De Martino. Un passaggio del testimone impraticabile allo stato attuale, in virtù delle evidenti tensioni tra i due clan.
Ciononostante, il nuovo ras del rione non sembra intenzionato ad abbassare la guardia, consapevole dell’imprevedibilità e del cinismo che contraddistinguono le gesta dei rivali.