Cresce la tensione tra i gruppi camorristici di Ponticelli in vista delle estorsioni di Pasqua.
Alla vigilia di uno dei tre appuntamenti storicamente più attesi dai clan di camorra per rifocillare le casse dell’organizzazione, pronti a riscuotere le quote estorsive tra commercianti e imprenditori costretti a pagare una tangente di 500 euro a Natale, Pasqua e Ferragosto, si sarebbero verificati dei dissidi tra i De Micco e i De Martino.
All’indomani del tentato omicidio del ras Ciro Naturale, reggente del clan De Micco in quel momento storico, gli equilibri tra i due clan sono sempre più precari. I De Micco avrebbero relegato gli interessi dei De Martino in una porzione circoscritta del rione Incis e della zona di Porchiano, consentendogli di riscuotere le estorsioni di Pasqua da una ridotta quantità di attività commerciali, all’incirca una dozzina tra le quali spicca la presenza di due commercianti che figurano nell’elenco degli iscritti ad un’associazione anti-racket. Due attività commerciali che avrebbero continuato a pagare la tangente al clan anche dopo l’iscrizione all’associazione. Inoltre, da una delle due attività, alcune figure di spicco della malavita locale sarebbero solite prelevare grossi quantitativi di merce, in occasione di ricorrenze particolari, senza sborsare un centesimo. Non solo denaro, ma anche merce sottratta senza pagare. Un dettaglio dal quale nitidamente emerge il forte senso di paura che dilaga tra gli esercenti del quartiere.
In particolare, i De Micco avrebbero marcato il confine lasciando ai De Martino, oltre ad alcune attività del rione Incis, solo parte delle attività commerciali di via Provinciale Botteghelle di Portici, mentre i restanti negozi, fino a via Argine, sarebbero invece di competenza del clan egemone.
Un’imposizione introdotta all’indomani del tentato omicidio di Naturale, sul quale ci sarebbe proprio la firma degli XX, così come confermato agli inquirenti dalla stessa vittima. Il duro prezzo da pagare per aver tentato di eliminare una delle pedine cruciali dello scacchiere camorristico dei De Micco che ora intendono marcare il territorio e tenere a bada gli alleati dissidenti.
I De Micco starebbero infatti rastrellando la zona dei De Martino, dal loro canto tutt’altro che intenzionati ad accontentarsi di un magro bottino, innescando così la reazione violenta del clan. In questo clima, nel corso della serata di giovedì 21 marzo, un gruppo composto da sette soggetti, capeggiati dal reggente del clan dei cosiddetti “XX”, si sarebbe riversato tra le strade del quartiere, tutti armati e intenzionati a dare la caccia a un “De Micco da stanare” per lanciare un segnale esplicito agli alleati – almeno sulla carta – con i quali sono entrati sempre più in rotta di collisione, dopo l’agguato che ha ridotto in fin di vita Naturale.
Il clan De Martino non è disposto ad accontentarsi delle briciole e potrebbe trovare in questo clima di crescente ostilità la forza per tentare di ribaltare la situazione, infliggendo ai rivali un colpo letale.
Questo lo scenario che emerge dalle segnalazioni giunte nelle ultime ore alla redazione del nostro giornale da parte di alcune persone che hanno provveduto a fornire anche l’elenco dettagliato delle attività commerciali alle quali, nei prossimi giorni, farà visita un emissario del clan De Martino per riscuotere la tangente di Pasqua. Si tratta di un soggetto vicino al clan dei cosiddetti “XX”, seppure non direttamente addentrato nelle dinamiche interne. Una sorta di insospettabile per le forze dell’ordine, malgrado si tratti di un “volto noto” del rione Fiat.