“Oltre alle minacce tradizionali ci sono anche quelle informatiche, perché oggi ci sono anche bombardamenti di recensioni negative sui social se tu, ristoratore, barista o commerciante, rifiuti di pagare quei 100 o 200 euro al mese. E’ una estorsione cyber alla quale spesso si cede, perché chiedono cifre anche irrisorie per non riempirti di recensioni negative: ma è un fenomeno pericoloso, una nuova frontiera del malaffare”, una denuncia pesante quella di Raffaele Vitale, agronomo e pizzaiolo, proprietario della pizzeria “Infermento” e presidente dell’associazione Fai-Antiracket di Chiaiano. Uno scenario ricostruito da Vitale proprio nell’ambito della cerimonia inaugurale della neonata sede nella periferia nord della città di Napoli che mira ad essere un punto di riferimento anche per i commercianti di quartieri e zone vicine, come Scampia, Piscinola, Miano e Marianella.
“L’associazione antiracket – spiega Luigi Ferrucci, presidente nazionale della Fai – è composta da persone che hanno denunciato il racket e che poi si mettono al lavoro per aiutare i loro colleghi a denunciare. Questa associazione a Chiaiano viene intitolata a Francesco Tammaro che nel 1985, proprio in seguito alla denuncia, venne ammazzato dalla camorra: questo ci dà la misura drammatica della differenza tra il denunciare rimanendo isolati e invece di farlo all’interno della rete dell’antiracket, dove in questi 35 anni nessuno è stato ucciso”.