Agguato di camorra nella periferia orientale di Napoli. Nel tardo pomeriggio di martedì 12 marzo, nel parcheggio del discount maxistore Decò, in corso Protopisani, nel quartiere San Giovanni a Teduccio, è stato freddato con diversi colpi d’arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata e indirizzati al volto, Salvatore Coppola, ingegnere 66enne con un passato da collaboratore di giustizia. Coppola si era allontanato da Napoli, aderendo al programma di protezione destinato ai collaboratori ed era tornato nel quartiere da qualche tempo.
Una vera e propria esecuzione particolarmente efferata che in genere si riserva agli “infami”, come a voler cancellare ogni traccia di quel volto, sfigurato e reso irriconoscibile per espiare quella colpa terrena che nel codice d’onore camorristico – almeno in quello che ha tenuto banco fino ai primi anni del duemila – viene indicata come la più imperdonabile delle azioni.
Le indagini sono affidate agli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato di Barra-San Giovanni. Gli inquirenti stanno setacciando le immagini dei sistemi di videosorveglianza sperando di reperire dettagli elementi utili, in assenza di testimoni.
Coppola aveva iniziato a collaborare con la giustizia all’incirca quindici anni fa, quindi nel bel mezzo del terremoto scaturito dal pentimento dei fratelli Sarno, boss fondatori dell’omonimo clan che ha controllato la zona orientale della città per circa un trentennio. L’ingegnere aveva fornito alla magistratura informazioni utili a ricostruire gli intrecci camorristici di Napoli Est nel settore immobiliare e su altre vicende non direttamente riconducibili alla criminalità di stampo mafioso. Aveva anche rivelato retroscena sugli interessi economici legati agli investimenti e alla speculazione edilizia, anche su presunte corruzioni per le autorizzazioni amministrative. I Mazzarella e i Sarno tra i clan più colpiti dalle sue dichiarazioni. Proprio in riferimento a quest’ultimo clan, nei rioni in balia della camorra e sui social network, circolano i rumors più insistenti.
Numerosi i messaggi anonimi apparsi in rete che attribuiscono l’omicidio di Coppola ai Sarno rifugiati a Ponticelli che avrebbero agito con il supporto dei parenti insediati proprio a San Giovanni a Teduccio. Una suggestione probabilmente fomentata dal video divulgato in rete di recente e che mostra tre rumeni intenti a maneggiare delle armi, ma a destare scalpore è il messaggio che accompagna quelle immagini: “I Sarno regnano a Ponticelli, siamo tornati”.
Saranno le indagini in corso ad appurare se il movente dell’omicidio sia legato alle dichiarazioni rese da Coppola in veste di collaboratore di giustizia. Per il momento, tra le strade della periferia orientale di Napoli regna la paura che l’omicidio andato in scena a San Giovanni a Teduccio possa aver dato il via all’ennesima stagione di sangue.