Appare ormai chiaro che nei rioni controllati dalla camorra di Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli, l’egemone clan De Micco sia impegnato a preservare il controllo del territorio cercando di sedare, senza spargimento di sangue, – almeno per ora – i potenziali focolai di rivolta.
Allo stato attuale, i fronti caldi sono tre.
Il più fragoroso è sicuramente quello che riconduce al ras del Rione De Gasperi, non a caso la zona del quartiere in cui si sono verificati la maggior parte delle azioni intimidatorie. Auto incendiate, ma anche l’esplosione di almeno tre bombe, una delle quali piazzata proprio a ridosso dell’isolato in cui vive il ras ribelle, ma anche una sparatoria.
Dopo l’esordio in veste di affiliato al clan Sarno, in seguito alla dissoluzione dell’organizzazione camorristica nata proprio nel rione De Gasperi e scaturita dal pentimento dei boss fondatori della cosca, confluì nel clan Casella-Circone, ufficializzando la presenza della nuova organizzazione a suon di estorsioni a tappeto. Le più eclatanti furono quelle che videro “il branco” accanirsi contro Carmine Sarno detto “Topolino”, fratello degli ex boss di Ponticelli. Arrestato, insieme agli altri artefici delle reiterate minacce ed estorsioni indirizzate al fratello dei Sarno, il ras è tornato a Ponticelli da qualche anno, dopo aver scontato quella condanna. In più frangenti, da quando è tornato ad insediarsi nel rione De Gasperi è stato oggetto di raid intimidatori. Motivo per il quale ha alternato periodi vissuti in sordina, relegato nella zona di sua stretta competenza limitandosi a gestire piccoli affari illeciti, a fasi in cui ha palesato una condotta ben più sfrontata, come sarebbe avvenuto di recente quando avrebbe platealmente sfidato i leader di Ponticelli presentandosi al cospetto di diversi gestori di alcune piazze di droga del rione De Gasperi, pretendendo che venisse riconosciuta anche a lui una percentuale sui proventi illeciti. Un’azione che nel gergo camorristico viene intrapresa quando s’intende rivendicare l’egemonia del territorio, pretendendo un gesto concreto di rispetto e sottomissione. Un affronto in piena regola indirizzato all’organizzazione che detiene il controllo degli affari illeciti, espresso sminuendone l’autorità.
A questo scenario sarebbero legati alcuni dei raid avvenuti di recente nel rione De Gasperi, unitamente al vortice di ritorsioni e vendette innescato dal cambio di casacca degli Amitrano che dopo una chiacchierata alleanza con i De Luca Bossa, sono tornati nuovamente in affari con i De Micco. Alcuni degli incendi dolosi che hanno distrutto delle automobili parcheggiate nel rione De Gasperi sono riconducibili proprio a questo scenario, anche perchè “la stagione dei raid” ha preso il via proprio contestualmente alla scarcerazione del rampollo di casa Amitrano. A inasprire i toni della disputa tra i reduci della cosca del Lotto O e gli ex alleati, l’atto di irriverenza inscenato da Amitrano junior che avrebbe fatto il giro dei soggetti tenuti a corrispondere la tangente ai De Luca Bossa, pretendendo di riscuotere il pizzo al posto loro. Un’azione ritorsiva, un atto di vendetta indirizzato agli ex alleati, ma anche un gesto voluto probabilmente per compiacere “gli amici ritrovati”, quindi una concreta dimostrazione di fedeltà ai De Micco.
Il secondo focolaio di rivolta è proprio quello legato ai reduci dell’ormai debilitato clan De Luca Bossa, rimaneggiato dagli arresti e ulteriormente ridimensionato dai delitti eccellenti, non ultimo quello del ras Bruno Solla, detto tatabill’ avvenuto ad aprile dello scorso anno e che di fatto ha inflitto la stangata definitiva alla cosca del Lotto O. Proprio perché ulteriormente indeboliti dalla politica avviata da Amitrano junior, i reduci del clan potrebbero aver tentato di compiere un ultimo, estremo tentativo di ribellione che avrebbe spinto la controparte ad appiccare gli incendi che hanno divorato l’automobile della moglie di Lorenzo Valenzano il mese scorso e forse anche il veicolo dato alle fiamme nel Lotto O potrebbe incastonarsi in questa logica.
Dettaglio tutt’altro che trascurabile: anche la famiglia Amitrano vive nel Lotto O. Il rampollo scarcerato di recente, tuttavia, negli ultimi tempi si sarebbe trasferito altrove. I residenti in zona sono sicuri che non stia pernottando più nel fortino degli ex rivali, forse proprio perchè non sente di avere le spalle coperte. Molto più probabile che si sia trasferito in uno dei tanti arsenali dei De Micco o che abbia trovato appoggio e supporto tra i parenti residenti a Barra. Non essendo ancora trapelata l’identità del proprietario dell’automobile incendiata nel Lotto O, non è da escludere che il rampollo di casa Amitrano potrebbe aver subito quel raid o che l’auto danneggiata dalle fiamme possa essere riconducibile a un suo parente.
Infine, il terzo scenario riconduce ad Alessio Bossis, il 22enne ucciso ad ottobre del 2022 nel parcheggio di un’area ristoro di Volla, comune di residenza del giovane che malgrado fosse tornato a marcare la scena camorristica da pochi mesi, stava dando filo da torcere a diversi clan attivi sul territorio che ne hanno deliberato la morte. Un gruppo di giovanissimi, capeggiati da due degli amici e gregari più fedeli di Bossis avrebbero lanciato il guanto di sfida ai boss di Ponticelli già da qualche tempo. Il desiderio di vendetta, unitamente a quello di portare a compimento il disegno criminale ideato dal 22enne, allo stato attuale, vengono rappresentati principalmente nel mondo virtuale, attraverso dirette social dai contenuti espliciti, ma anche marcando il territorio a tutto gas, a bordo di un’auto lussuosa. Seppure si tratti dello scenario più silenzioso, almeno per il momento e pertanto rimasto più in sordina rispetto agli altri due, non è da escludere che nelle prossime settimane anche questa situazione possa sfociare in azioni ben più plateali e violente.