Nono appuntamento per la stagione teatrale 2023-2024 del Teatro Cilea di Napoli con lo spettacolo dal titolo “Prove tecniche di Ambarabà” di Gennaro Scarpato. Attore comico, autore e sceneggiatore, raffinato umorista del surreale, acrobata della parola; il giovane Scarpato dopo anni di gavetta è diventato “grande” e propone uno spettacolo tutto suo.
“Il 13 marzo sarò in scena da solo ma più che un monologo è un soliloquio – racconta Scarpato – è uno spettacolo teatrale a tutti gli effetti: io mi diverto a interpretare me stesso. In scena succedono cose molto surreali, io fingo di non esserne a conoscenza. Il testo è mio ma lo tratto come se non fosse scritto da me: fingo di non sapere per entrare in un loop d’improvvisazione “scritta”. Lo spettacolo è frutto di una mia lunga ricerca di nuovi linguaggi comici.””
Prove tecniche di Ambarabà” di Gennaro Scarpato andrà in scena il
13 marzo alle ore 21 al Teatro Cilea di Via San Domenico 11, Napoli
SINOSSI
Sì, lo so: “Prove tecniche di Ambarabà” è un titolo impossibile, lungo e bislacco per uno spettacolo.
Ergo non ti sorprenderai se ti dirò che è impossibile raccontare lo spettacolo. Però qualcosa te la posso dire.
Posso dirti che andrò a ruota libera ma con sapienza demenziale, che sarò surreale e visionario ma restando coi piedi per terra, che mi avviterò e mi scioglierò nelle mie trappole comiche, che mi abbandonerò alle mie ossessioni.
Poi posso dirti che sarà tutto uno sparare a raffica, quasi senza darti il tempo di sintonizzarti con le parole e i concetti. Giocherò con il senso e con il controsenso, strutturerò e destrutturerò, sconvolgerò le architetture del linguaggio per farne detriti, creerò un autentico turbinio di pensiero con il quale dovrai obbligatoriamente fare i conti prima che se ne perda la nozione (e pensare che c’era il pensiero, diceva una volta Gaber… un collega).
Posso dirti che non è stand-up comedy anche se sto per la maggior parte del tempo in piedi, posso dirti che non è cabaret anche se è divertente.
Sì, lo so, adesso sei confuso e ti starai chiedendo: “Ma di che si parla?”
Si parla di voci fuori campo, di lavagne, di Amleto, di macchine elettriche, di burattini, di punteggiatura, di scioglilingua, di matematica, di Pulcinella, di giubbini innamorati.
E se tutto questo non ti basta… mi trovi d’accordo.
Ho impiegato 29 anni per scrivere questo spettacolo.
Ho iniziato da bambino – quando per farmi ridere mi bastava la parola “Ambarabà” – e alla soglia dei miei trent’anni lo porto in scena. Eppure, mi diverte reputarlo ancora delle “prove tecniche” e non uno “spettacolo”.
Oggi gli spettacoli a teatro sono fatti dai personaggi e i personaggi sono rassicuranti.
Io non sono un personaggio e non sono rassicurante, è più faticoso ma – ve lo assicuro – è molto più piacevole.