Un contributo pari a 666 euro al mese: è quanto ammonta il bonus anti violenza riservato alle aziende private che dovessero decidere di assumere delle donne vittime di violenza. Con la circolare n. 41 del 5 marzo 2024, l’Inps ha fornito le istruzioni operative per applicare la misura, che è stata prevista dalla Legge di Bilancio 2024. Ed il cui scopo è quello di rendere autonome economicamente le donne che hanno subito violenza.
Il bonus consiste in un esonero per le assunzioni di donne disoccupate vittime di violenza, beneficiarie del Reddito di libertà e la circolare INPS fornisce le prime indicazioni operative per fruire del beneficio.
Per il triennio 204-2026 i datori di lavoro possono usufruire di un particolare bonus nel caso in cui dovessero assumere delle donne disoccupate vittime di violenza. E che stiano beneficiando della misura denominata Reddito di libertà, che prevede un contributo pari a 400 euro al mese per un massimo di dodici mensilità. Il bonus anti violenza prevede l’esonero dai contributi previdenziali al 100% fino ad un massimo di 8.000 euro.
A fornire le istruzioni necessarie per accedere all’agevolazione ci ha pensato la circolare n. 41 del 5 marzo 2024 dell’Inps. Il bonus anti violenza è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2024: l’esonero contributivo vale per due anni nel caso in cui la lavoratrice sia stata assunta con un contratto a tempo indeterminato.
Entrando un po’ più nel dettaglio, l’esonero contributivo spetta per diverse tipologie di lavoro, anche quando hanno delle durate differenti:
- dura un massimo di ventiquattro mesi, per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato;
- dura fino ad un massimo di dodici mesi per i rapporti di lavoro a tempo determinato;
- l’agevolazione è prevista per un massimo di diciotto mesi per le trasformazioni a tempo indeterminato di un precedente rapporto a termine.
La misura è pensata esplicitamente per le donne vittime di violenza, senza o con figli minori, che sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai Servizi Sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. L’obiettivo è quello di sostenere l’autonomia economica delle vittime.
Il reddito di libertà consiste in una speciale misura di sostegno economico, prevista prevista come aiuto per le donne vittime di violenza. E’ stata istituita nel 2020 e poi riproposta fino ad oggi tramite finanziamenti al Fondo speciale gestito dall’INPS.
Ora, anche sull’onda emotiva degli ultimi fatti di cronaca, il Governo ha deciso di inserire nuovamente la misura in Manovra rifinanziandola con 6 milioni di euro in più per il 2024 e rendendola di fatto strutturale.
E’ bene precisare che non tutta la contribuzione risulta essere oggetto di sgravio. Sono esclusi dal bonus antiviolenza:
- i premi ed i contributi Inail;
- nel caso in cui sia dovuto, il contributo Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto;
- l’eventuale contributo ai Fondi di solidarietà;
- il contributo per il finanziamento dei Fondi interprofessionali per la formazione continua.
Destinatarie di questo particolare bonus sono le donne residenti in Italia, che possono essere o cittadine italiane o comunitarie. Nel caso in cui fossero cittadine di uno Stato extracomunitario, devono essere in possesso di un regolare permesso di soggiorno.
Per accedere all’agevolazione la lavoratrice deve essere disoccupata e aver dichiarato la propria disponibilità immediata a svolgere una qualsiasi attività lavorativa. Deve, inoltre, aver dato la disponibilità a partecipare alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego.
La lavoratrice, inoltre, deve percepire il reddito di libertà o, per la sola Provincia Autonoma di Trento, l’assegno di autodeterminazione.
L’agevolazione prevista dal bonus anti violenza spetta anche per i contratti a tempo determinato. In questo caso, però, dura al massimo dodici mesi. La soglia massima dell’esonero contributivo è pari a 8.000 euro all’anno, che corrispondono a 666,66 euro al mese. Nel caso in cui il rapporto di lavoro sia a tempo parziale, il massimale dell’agevolazione deve essere ridotto proporzionalmente.
Gli esoneri contributi spettano rispettando complessivamente i seguenti limiti di spesa:
- 2024: 1,5 milioni di euro;
- 2024: 4 milioni di euro;
- 2026: 3,8 milioni di euro;
- 2027: 2,6 milioni di euro;
- 2027: 0,7 milioni di euro.