Superato il pericolo delle incursioni armate che nei mesi precedenti hanno portato alla gambizzazione di un giovane, oltre che a una serie di schermaglie tra bande composte principalmente da ragazzini, via Luigi Franciosa a Ponticelli, resta in balia del degrado e dell’incuria, oltre che della criminalità.
Nella zona in cui prova sopravvivere il clan Casella, sotto la guida delle donne, i giovani eredi della cosca, affiancati da un gruppo di coetanei, riportano in voga lo spaccio di stupefacenti a cielo aperto. Un’attività che tiene banco a tutte le ore del giorno e soprattutto della notte e che concorre ad accrescere il degrado nell’adiacente Parco De Simone, uno dei luoghi controllati dalla banda di baby-pusher e che sembra risentire oltremodo dell’assenza delle forze dell’ordine, oltre che del mancato intervento da parte degli addetti alla manutenzione delle aree verdi del Comune di Napoli.
Rami divelti e tagliati per non ostruire la visuale, affinchè possano essere intercettate anzitempo eventuali incursioni armate dei rivali, ma anche i lampeggianti delle forze dell’ordine, rifiuti di ogni genere ammassati ovunque, unitamente alla presenza di giovanissimi armati che presidiano uno dei pochi polmoni verdi del quartiere, sempre più deserto e desolato. I residenti in via Luigi Franciosa hanno paura di passeggiare nel parco De Simone e nelle strade adiacenti. Temono di essere aggrediti e derubati da quella squadriglia di ragazzini che concorre ad alimentare i drammatici dati relativi alla dispersione scolastica. Sempre più latitanti tra i banchi di scuola, sempre più padroni del territorio che presidiano e controllano da fedeli sentinelle del rifondato clan Casella, capeggiato da donne che impartiscono direttive a ragazzini. Due, forse tre, i maggiorenni che costituiscono il gruppo, prettamente costituito da minorenni impazienti di intraprendere la carriera criminale.
Automobili che sfrecciano a velocità sostenuta, sprezzanti della possibile presenza di pedoni, segnalano ancora i cittadini. Una situazione, quest’ultima, paradossalmente aggravata dal recente rifacimento del manto stradale che se da un lato ha cancellato la presenza di buche e tratti dissestati, dall’altro legittima automobilisti e centauri a spingere sull’acceleratore.
Urla, schiamazzi, litigi, risate fragorose violano la quiete notturna, impedendo ai residenti in zona di dormire serenamente, mentre tra le strade imperversa lo spaccio di stupefacenti, tornato in grande spolvero anche nel cosiddetto “grattacielo”. I cittadini raccontano che sta diventando sempre più difficile anche transitare sui ballatoi e percorrere le scale: anche quegli spazi degli edifici sono invasi dai baby-pusher e forte è il timore di finire nell’occhio del ciclone per uno sguardo sgradito o interpretato male.
Non solo spaccio, ma anche furti e cavalli di ritorno.
I residenti in zona lamentano la presenza di topi d’appartamento, ma anche di “cimiteri di scooter e moto rubate” che vengono sistematicamente parcheggiate in punti strategici del rione fino a quando la trattativa con il legittimo proprietario non giunge a buon fine e quindi avviene la riconsegna del veicolo rubato, in cambio di diverse migliaia di euro. I cittadini riferiscono di aver assistito alla restituzione dei veicoli rubati, in alternativa, dopo diverse settimane di agonia, quei motocicli vengono fatti sparire.
Un clima sempre più invivibile, minato da una criminalità diffusa, trasversale e dilagante.