Quattro giovanissimi, violenti, sfacciati, impudenti, affamati di soldi e potere, esaltati e impazienti di marcare la scena camorristica vestendo i temibili abiti dei leader. Questo l’identikit dei giovani che costituiscono il braccio armato del clan De Micco di Ponticelli. Uno zoccolo duro rifondato, in virtù degli arresti e delle fibrillazioni con i De Martino, conseguenziali all’agguato che ha ridotto in fin di vita Ciro Naturale, l’ormai ex reggente del clan De Micco.
La nascita del nuovo gruppo di fuoco sarebbe stata ufficializzata di recente: ci sarebbe proprio la firma del quartetto di giovani riconducibili ai De Micco sulle azioni intimidatorie andate in scena nel rione De Gasperi nelle ultime settimane. L’esplosione di quattro ordigni, ma anche diverse automobili incendiate per indirizzare un messaggio inequivocabile al ras della zona che da qualche tempo starebbe manifestando platealmente l’intenzione di sfidare il clan egemone a Ponticelli.
Non solo il rampollo di casa Amitrano, ma anche altri tre giovani affiliati al clan De Micco, tra i quali spicca la presenza di uno dei presunti autori dell’omicidio di Alessio Bossis, il 22enne ucciso in un agguato di camorra a Volla nell’ottobre del 2022. Bossis pagò con la vita l’intenzione di colpire i De Micco, ma anche i Veneruso di Volla, comune di residenza del 22enne. La sua morte fu decretata nel corso di un summit al quale parteciparono i vertici dei clan operanti sul territorio che diedero il loro consenso affinchè quel rivale che creava problemi a tutti venisse eliminato. I Veneruso offrirono ai sicari dei De Micco “il permesso” e l’appoggio per agire a Volla, ma ad eseguire materialmente l’omicidio furono dei sicari appartenenti per l’appunto alla cosca di Ponticelli. Uno degli autori di quel delitto viene indicato tra i perni portanti del braccio armato dei De Micco, attualmente capeggiati da uno dei fratelli dei fondatori dell’omonimo clan in stato di libertà e uno degli affiliati della prima ora, scarcerato all’incirca un anno fa. Sotto le direttive dei due reggenti del clan, il gruppo di fuoco composto da quattro giovanissimi starebbe materialmente compiendo le azioni violente necessarie per sedare una duplice minaccia.
La prima rappresentata dalle continue irriverenze del ras del rione De Gasperi, destinatario di alcuni dei raid avvenuti di recente.
La seconda riconduce agli eredi di Alessio Bossis, intenzionati a vendicare la morte dell’amico e onorarne la memoria emulandone le gesta per portare a compimento il suo desiderio di conquistare Ponticelli. Quest’ultimo focolaio camorristico è personificato da due giovanissimi, tra i quali uno degli amici che era in compagnia di Bossis quando i killer entrarono in azione nell’area parcheggio di “In Piazza”. Stando a quanto ricostruito dai vari contenuti pubblicati sui social, prima di spirare, il 22enne avrebbe strappato all’amico la promessa di provvedere personalmente a vendicare la sua morte. Un intento che il giovane, in passato legato ai De Luca Bossa, avrebbe più volte rilanciato sui social, soprattutto sfidando apertamente i De Micco.
Due fronti caldi, dunque, dai quali trapelano altrettanti scenari che potrebbero minare la stabilità del clan dei “Bodo”. Più silenziosa e prettamente combattuta sui social, almeno per il momento, la battaglia con gli eredi di Bossis, mentre appare assai più esposto a un tangibile pericolo il ras del rione De Gasperi, finito più volte di recente nel mirino del gruppo di fuoco dei De Micco.