Escalation di furti negli appartamenti nei comuni alle pendici del Vesuvio: San Sebastiano, Pollena Trocchia, Massa di Somma, Cercola, le cittadine più vessate da una banda che sta ripulendo villette e palazzine condominiali della zona.
L’epicentro è San Sebastiano al Vesuvio, cittadina che ancora una volta paga a caro prezzo la presenza di una popolazione prettamente costituita da famiglie benestanti. Molteplici appartamenti della zona hanno ricevuto la sgradita visita dei ladri che operano con la stessa tecnica, dettaglio che induce a concludere che si tratti di un’unica banda di rapinatori che si sta concentrando sugli appartamenti del vesuviano. Nel mirino soprattutto le ville e le abitazioni più isolate, anche se la banda non ha fatto sconti anche ad appartamenti ubicati nel centro cittadino.
Un contributo determinante per risalire all’identità dei topi d’appartamento è fornito dai filmati delle videocamere interne ed esterne alle case già saccheggiate. Malgrado i ladri entrino in azione con il volto coperto, proprio per evitare di imbattersi in questo tipo di pericoli, le forze dell’ordine continuano a setacciare le strade del vesuviano alla ricerca di un gruppo che possiede una serie di caratteristiche ben precise.
Numerosi i posti di blocco di polizia, carabinieri, ma anche della guardia di finanza che quotidianamente presidiano le strade dei comuni più vessati: le forze dell’ordine operanti sul territorio stanno facendo fronte comune per stanare la banda che sarebbe costituita da alcuni rom, ma anche da napoletani.
Una mattanza che a San Sebastiano al Vesuvio sta andando in scena da diversi mesi e che di recente ha iniziato ad estendersi anche ai comuni limitrofi. La scorsa settimana, le videocamere hanno immortalato la performance di uno dei ladri che è riuscito ad introdursi in un appartamento al terzo piano di un condominio a Pollena Trocchia, arrampicandosi alle grate dei balconi e alle verande. Una banda composta da soggetti particolarmente agili: non è la prima volta che le videocamere immortalano scene surreali che documentano la particolare destrezza dei topi d’appartamento, capaci anche di spostarsi da un balcone all’altro compiendo salti plastici. Abili non solo ad arrampicarsi e introdursi negli appartamenti con estrema disinvoltura, ma anche a ripulire gli stessi in tempi record.
Quanto sta accadendo tra la strade del vesuviano è probabilmente riconducibile alla nuova politica adottata dai clan operanti sul territorio che da qualche tempo hanno abolito lo stipendio fisso per gli affiliati, concedendogli la possibilità di beneficiare dei proventi di furti e rapine, senza vedersi costretti a riconoscere una tangente all’organizzazione, come invece avveniva in passato. Viene da sé che una prospettiva di guadagno illimitata faccia gola ai malviventi e non a caso, proprio negli ultimi mesi, contestualmente all’introduzione di questa nuova politica avviata dalla camorra locale, i furti negli appartamenti, ma anche le rapine alle attività commerciali stanno subendo una brusca impennata.
Dozzine di episodi ogni giorno, molti dei quali narrano di rapinatori capaci di mettere a segno più colpi nell’arco di pochi minuti di distanza, riuscendo così a derubare diverse attività commerciali. Bar-tabacchi, gioiellerie, supermercati, centri scommesse, le attività più gettonate, non a caso quelle che dispongono di una consistente disponibilità di denaro. Lo stesso scenario si registra in riferimento ai furti negli appartamenti. Alcuni residenti nelle zone più colpite raccontano di case svaligiate nel giro di pochi minuti. Attimi preziosi che i ladri hanno sfruttato al meglio, approfittando di un allontanamento anche di pochi minuti da parte di proprietari e inquilini.
Se sul fronte rapine è chiaro che ad operare siano solo i malavitosi del posto, per quanto concerne i furti negli appartamenti la scelta di puntare su una banda di romeni trova ampia giustificazione proprio nell’abilità e nella dimestichezza che i rom stanno manifestando in tal senso. Del resto, non potrebbero operare senza il beneplacito della criminalità locale, basta ricordare quanto accaduto nel 2008, quando il quartiere Ponticelli ospitava uno dei campi rom più grandi dell’intera città di Napoli. Una convivenza armonica, ma bruscamente interrotta da un’animata rivolta che vide soprattutto gli esponenti della criminalità locale incitare l’odio e la violenza contro i rom. In quel clima di odio e tensione, si verificò l’incendio doloso del campo rom, costringendo le forze dell’ordine a presidiare la zona 24 ore su 24 per evitare uno sterminio di massa, fino a quando la comunità che viveva nel campo di Ponticelli non fu trasferita altrove. In quella circostanza, a Ponticelli fu scritta una delle pagine di razzismo più brutte della storia italiana. Una storia che sembra ormai acqua passata e che narra delle dinamiche profondamente diverse rispetto a quelle che attualmente tengono in apprensione gli abitanti dei comuni vesuviani.