Giovedì 29 febbraio 2024, tutti gli Ncc d’Italia si ritroveranno a Roma per manifestare contro i decreti attuativi voluti dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, soprattutto le parti che impongono un foglio di servizio elettronico e quelle che impediscono attività di intermediazione per la fruizione dei servizi, nonché l’obbligo di rientro alla rimessa dopo ogni singolo servizio e l’attesa di un’ora tra un servizio e l’altro.
Insieme a sigle, sindacati e associazioni sarà presente anche il network nazionale SuperRete nato nel settembre 2019 a Firenze, che accorpa oggi oltre 500 aziende sparse su tutto il territorio nazionale, da Bolzano a Palermo e anche all’estero, per un volume d’affari che supera i 350 milioni di euro che per l’indotto significa circa 3,5 miliardi di euro.
Alle 14 davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Piazzale di Porta Pia si sono date appuntamento le più importanti aziende di noleggio con conducente di tutta Italia, contrarie al recente decreto attuativo di una legge rimasta nel cassetto 6 anni e scritta dal governo gialloverde Salvini-Di Maio.
Secondo tutta la categoria del noleggio con conducente tale decreto rappresenta una “ingiustizia perpetrata nei confronti di tante aziende e professionisti che operano da decenni nel settore dei trasporti e del turismo in particolare, occupandosi della movimentazione di persone per molteplici eventi di importanza internazionale come il prossimo G7 in Puglia”.
Tale decreto vorrebbe, infatti, apportare ulteriori drammatiche modifiche ad una legge già di per sé vessatoria, che mal si concilia con le aperture, la libera concorrenza, la modernità tecnologica, il buon senso, la logica, lo sviluppo, costringendo migliaia di piccole-medio e anche grandi imprese a dimezzare, ridurre, licenziare e probabilmente anche cessare la propria attività, generando così nuova disoccupazione ed enormi disservizi in campo turistico e commerciale, di chiunque abbia la necessità di un trasporto privato di alto livello come quello offerto dagli Ncc.
“Il comparto Ncc è il primo biglietto da visita dell’Italia all’ospite che mette piede nel nostro Paese – spiega il presidente della SuperRete Mario Molinaro -, ospite che decide di spostare le proprie risorse economiche da noi e che richiede i tipi di servizio di alto livello che solo noi riusciamo con i nostri mezzi e le nostre competenze ad offrire. Non considerare questo punto significa fare del male all’Italia”.
“Questo è un tipo di riforma organica completamente illegittima che vuole modificare con una normativa secondaria un intero settore – spiega l’avvocato della SuperRete Marco Cerioni – Si vuol fare una riforma di una legge peraltro di sistema, una legge quadro, con decretazione, pur mancando i presupposti di necessità e urgenza nonché la legge delega. Si sta integrando un corpus normativo che era nato per l’introduzione del Ren “Registro Elettronico Nazionale” (degli Ncc) con altre disposizioni del tutto estrinseche e contrarie a quanto ci dice la Corte costituzionale. Tutte le riforme prefigurate violano il principio del libero esercizio dell’attività economica e del libero dispiego della concorrenza del mercato che sono principi di rango fondamentale per un sistema economico che voglia dirsi fondato sul libero mercato. Non si può con un tratto di penna riformare le leggi, tanto più censurando la Corte costituzionale. Qualora lo si volesse fare allora è necessario un procedimento di legge, una legge che necessiti di una continuità politica e non so fino a che punto può essere possibile visto che l’ultima legge è stata fatta nel 1992 e si è andati avanti da allora con piccoli rammendi, l’ultimo nel 2018-2019. Se ora, con un tratto di penna, si cercasse di imporre una riforma organica, si farebbe in completo spregio al ruolo del Parlamento. Insomma, tutto completamente illegittimo”.
“Imporre poi alle agenzie turistiche e ai tour operator di non poter più trattare per la propria clientela con le aziende Ncc è pura follia – continua Molinaro -. In nessuna parte del mondo esiste una simile limitazione di libertà e un tale stravolgimento del libero mercato. Le agenzie, i tour operator, i grandi gruppi alberghieri si avvalgono delle aziende di Ncc da sempre, perché sanno che da loro ottengono il tipo di servizio richiesto dai loro clienti. Questa imposizione costringerà le agenzie straniere ad abbandonare il loro business in Italia, con danno non solo all’1% del Pil rappresentato anche dal comparto Ncc, ma con gravissimo danno a tutto il settore turistico che rappresenta il 14% del Pil nazionale. Inoltre, l’obbligo di segnalare al ministero dove si è e che tipo di servizio si svolge, pena la sospensione del libretto di circolazione da 2 a 8 mesi, rappresenta una violazione evidente della libertà di chi richiede il servizio e di chi lo esegue, oltre che violare la privacy di entrambi. Porteremo i nostri diritti violati al planetario dell’Onu di Ginevra”.
Sulla territorialità imposta dai decreti, gli Ncc fanno squadra definendo questa scelta “una decisione che lede la libertà d’impresa. Il servizio Ncc, come recita la legge quadro, esercita su tutto il territorio nazionale, senza alcuna limitazione, in ossequio al libero mercato. Introdurre questo obbligo distrugge le aziende Ncc e destabilizza il mercato che si avvale proprio delle aziende di Ncc di tutta Italia per gli eventi più importanti della nazione (vedi Festival di Sanremo, Fashion Week, Salone del Mobile, G7, etc.), per non parlare dei servizi continuativi che facciamo presso le ambasciate, le multinazionali, il mondo del cinema, della moda e dello spettacolo”.
Il presidente Molinaro conclude: “Con l’obbligo di rientro alla rimessa, a prescindere dalla continuità di uno o più servizi, non solo si dimezza il fatturato delle ditte Ncc ma si crea soprattutto un grave disservizio generale. Se deciderà, quindi, di andare dritto per la sua strada, ascoltando solo le ragioni dei tassisti, Salvini dimostrerà alla nazione di essere la peggiore politica repubblicana di sempre e, dopo il fallimento in Sardegna, anche alle prossime elezioni ne prenderà piena coscienza. Vorrebbe riformare un settore strategico per l’economia nazionale, di cui dimostra di conoscere nulla, confondendo i servizi taxi con i servizi Ncc. Se la preoccupazione di Salvini è la lotta all’abusivismo e a Uber, noi l’avremmo potuto aiutare se solo ci avesse ascoltato. Invece ha preferito invitare allo stesso tavolo rappresentanze Ncc miste a quelle dei taxi, con gruppi Ncc microscopici (in confronto a quello della Cna) ai quali è stato concesso lo stesso tempo di intervento di quelli maggiormente rappresentativi. Salvini ha fatto i conti senza di noi, da adesso se ne accorgerà”.