Il sovraffollamento delle carceri è vicino al livello di guardia, con quel che ne consegue in termini di sofferenze dei detenuti, disumanità, carenze di trattamento, e anche insicurezza dentro le strutture.
Gli ultimi dati dicono che attualmente in Italia sono detenute 60.814 persone, e i numeri aumentano al ritmo di 400 detenuti in più ogni mese.
Motivo per il quale il governo lavora a un decreto svuota-carceri.
In esame un DDL che innalza il premio buona condotta a 60 giorni ogni sei mesi
Da qualche giorno è iniziato l’esame alla Camera di un DDL a firma di Roberto Giachetti, Italia Viva, che innalza il premio per buona condotta da 45 a 60 giorni per ogni semestre di detenzione.
Le dichiarazioni del Sottosegretario Delmastro
Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, meloniano di ferro: “Non sono un talebano, e quindi non dico di no all’aumento dello sconto di pena.
Se ne può parlare, purché ci sia un paletto per noi non trattabile: se un detenuto ha aggredito il personale penitenziario, questo comportamento è il contrario della buona condotta e quindi va escluso in maniera tassativa che tipi così possano beneficiare di un premio ulteriore”.
D’altra parte questo governo ha appena annunciato di voler aumentare le pene in caso di aggressione al personale penitenziario.
Le parole di Delmastro segnalano un’inversione di rotta.
A sentirle, il primo a fare un salto sulla sedia è stato il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, magistrato notoriamente inflessibile, che qualche giorno fa partecipava a una cerimonia pubblica assieme al sottosegretario e alla presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo.
“Allora state trattando in Parlamento sull’aumento dello sconto di pena?”, è sbottato.
“Non prevedete nemmeno un’esclusione per i condannati di mafia e terrorismo?”.
Tassi di sovraffollamento in aumento
L’escamotage escogitato da Giachetti, cancellando un mese di detenzione in più per ogni anno trascorso in cella, cancellerebbe i grandi numeri tra i detenuti.
I tassi di sovraffollamento crescono e dietro l’angolo c’è la procedura di infrazione europea.
Di contro, i tempi per far aumentare i posti detentivi sono lentissimi.
Il punto di vista del Capo DAP Giovanni Russo
Il direttore dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, ha chiarito che se tutto andrà bene tra 2025 e 2026 ci saranno appena 4000 posti in più nelle carceri italiane.
Ma il problema è esplosivo qui e ora, e aumenta a ritmi vertiginosi.
Se i detenuti sono sempre di più, insomma, non si può certo dire che aumentano allo stesso ritmo i posti letto, né gli organici della Polizia Penitenziaria o quelli del personale del Dap.
Così la vita interna alle celle è sempre più pesante, ma anche più fuori controllo.
I dati allarmanti di quel che accade nelle carceri
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nei giorni scorsi ha presentato una fotografia allarmante di quel che accade dietro le mura degli istituti.
Stanno dilagando i telefoni cellulari che entrano illegalmente nei penitenziari.
Secondo i dati dello stesso ministero, nei primi 9 mesi del 2020, sono stati ben 1.761 gli apparecchi rinvenuti nelle carceri italiane, requisiti all’interno o bloccati prima del loro ingresso.
L’unico contrasto efficace dello Stato potrebbero essere i “jammer”, ossia disturbatori di frequenza che inibiscano le comunicazioni e “schermino” gli edifici.
“Non è – riconosce il ministro – un problema facile.
In alcuni istituti si può anche fare, in altri mi sembra più difficile.
Gran parte delle carceri è costituita da edifici vetusti, per i quali è difficile una schermatura circoscritta.
Si pensi a Regina Coeli, che è piazzata nel centro di Roma.
Le carceri dove questa schermatura funziona, sono piazzate in mezzo al deserto dell’Arizona o dello Utah o del Texas.
Da noi bisogna essenzialmente intervenire sui controlli preventivi, con i metal detector”.