La recrudescenza criminale che si registra tra le strade del quartiere napoletano di Ponticelli è un dato di fatto acclarato, seppure le forze dell’ordine continuino a mantenere i riflettori spenti sulla recente escalation di episodi violenti.
Quattro bombe esplose, quattro auto incendiate e una sparatoria: questo il bilancio delle azioni salienti che si sono verificate dallo scorso 18 gennaio. La zona più bersagliata è il rione De Gasperi, teatro della maggior parte dei raid.
L’episodio più recente risale a poche ore fa: intorno alle 20 di lunedì 26 febbraio, diversi abitanti del rione hanno segnalato alla nostra redazione una raffica di spari in strada. Inizialmente, non era chiaro se si trattasse di una “stesa” o di un mancato agguato. A poche ore di distanza dall’ennesimo episodio di cronaca, alcuni testimoni oculari hanno scardinato il muro d’omertà e hanno vinto la paura per raccontare alla redazione del nostro giornale in maniera precisa e dettagliata, quello che hanno visto quando la loro attenzione è stata richiamata dal rumore degli spari.
L’autore del raid, stando a quanto riferito dai residenti in zona, sarebbe un giovane abitante del rione, volto noto della criminalità locale e quindi facilmente riconoscibile, scarcerato di recente. E proprio contestualmente al suo ritorno nel quartiere hanno preso il via i concitati episodi che si alternano con una certa frequenza, ormai da oltre un mese.
Giovanissimo, ribelle, irriverente, spregiudicato, se ne va in giro armato di pistola. Un’arma che ostenta con una certa fierezza, per incutere timore e rivendicare il suo status di elemento di spicco della camorra locale. Si tratta del rampollo della famiglia Amitrano, legata ai Sarno e capace di conquistare la ribalta mediatica per le controverse alleanze stipulate nel corso degli anni. Dopo la dissoluzione del clan di famiglia, gli Amitrano, capeggiati da Domenico Amitrano alias Mimì ‘a puttana, passarono alla corte dei De Micco, forti anche di un vincolo di parentela che li legava a una figura apicale del clan allora egemone a Ponticelli. In seguito alla prima battuta d’arresto di questi ultimi, entrarono in affari con i clan alleati di Napoli est, un cartello camorristico costituito dalle vecchie organizzazioni camorristiche decapitate proprio dal pentimento dei Sarno, capeggiate dai De Luca Bossa, il clan che decretò la morte di Luigi Amitrano, giovane nipote e autista dei Sarno, nonchè cugino di Mimì Amitrano che solo per una fortuita casualità non perse la vita in quell’attentato. Di recente, gli Amitrano sono passati nuovamente dalla parte dei De Micco, tornati ad appropriarsi del controllo del territorio. Un’alleanza ufficializzata proprio in seguito alla scarcerazione del rampollo della famiglia imparentata con i Sarno che avrebbe fin da subito iniziato a marcare il territorio inscenando una serie di azioni ritorsive indirizzate proprio ai De Luca Bossa. Del resto, insieme a suo cognato, fu il promotore dei primi attriti che hanno poi portato alla rottura definitiva con i clan alleati di Napoli est: malgrado la famiglia fosse ancora in affari con l’organizzazione, si fecero promotori di una serie di azioni che indispettirono i fratelli De Luca Bossa. Molto di più di semplici screzi tra giovani che si contendono delle piazze di droga, i dissidi introdotti nel 2020 ben spiegano quello che sta accedendo attualmente. Un desiderio di rivalsa e vendetta inasprito dalle recenti ordinanze di custodia cautelare, dalle quali emerge il piano degli alleati, intenzionati ad eliminare Mimì Amitrano. Non si fidavano di quel gregario, un tempo in affari con gli odiati De Micco, l’alleanza temeva un altro tradimento pertanto bramava di ucciderlo.
In questo clima, il rampollo di casa Amitrano scarcerato di recente, si destreggia tra le attività illecite storicamente controllate dai De Luca Bossa con l’intento di appropriarsene.
In questo clima, stando alla ricostruzione degli abitanti del rione, gli spari recenti sarebbero partiti da una Fiat 500 X nera: alla guida c’era proprio lui, il giovane che da circa un mese sta seminando il panico nel rione. I testimoni oculari ne sono certi. Avrebbe indirizzato una serie di colpi d’arma da fuoco verso due giovani, estranei alle dinamiche camorristiche, forse perchè indispettito da qualche frase o atteggiamento irrispettoso. Non sono ancora chiare le motivazioni che hanno portato il giovane ad impugnare la pistola, gli abitanti del rione specificano che “ha abbassato il finestrino e ha sparato senza motivo”.
Una ricostruzione dei fatti che, se dovesse trovare conferma nelle indagini degli inquirenti, sarebbe destinata ad introdurre uno scenario ben più inquietante che vede anche i civili sovraesposti a pericoli tangibili.