Tra un mese, a marzo 2024, terminerà la produzione della Smart Fortwo, l’iconica citycar, come annunciato lo scorso anno e quindi chi desidera un esemplare della compattissima elettrica dovrà affidarsi a quanto resta nelle concessionarie. Non sarà possibile fare nuovi ordini, insomma, per il modello che fu lanciato nel 1998 da Swatch e Mercedes-Benz.
Quella attuale è la terza generazione che ha mantenuto sostanzialmente le dimensioni: se la prima era lunga 2,5 metri esatti, la seconda e la terza arrivarono a 2,7 metri. A ciò si aggiungeva la configurazione “tuttodietro”, con motore e trazione posteriore, che consentiva non solo di ottimizzare gli spazi ma anche di migliorare l’agilità e il raggio di sterzata. Lanciata nel 2014, da qualche tempo era venduta in Europa e in Cina. Senza il motore a gasolio presente sulle due generazioni precedenti e inizialmente con due motori a benzina, entrambi a 3 cilindri: un 1.0 aspirato da 71 cavalli e un 0,9 litri turbo da 90 cavalli. Il cambio a doppia frizione a 6 rapporti sostituiva il precedente (e molto criticato) robotizzato. Ad esso si aggiungeva per la prima volta una trasmissione manuale a 5 marce.
La svolta epocale è arrivata nel 2019: Smart è stata prima casa automobilistica ‘tradizionale’ ad annunciare l’abbandono ai motori termici per abbracciare unicamente la mobilità elettrica, che peraltro era entrata in punta di piedi nel 2012 con una versione da 145 km di autonomia. Dall’anno seguente, la EQ è stata l’unica Fortwo venduta fino ai giorni nostri, con il motore elettrico da 82 cavalli montato sopra l’asse posteriore. La batteria da 17,6 kWh, invece, era piazzata tra i due assi e consentiva un’autonomia di circa 160 km. Ci sarà un’erede? Non è prevista a breve: le indiscrezioni confermano che sarebbe in fase di sviluppo, ma non dovrebbe arrivare prima del 2026-27, dopo il lancio di altri due modelli della Smart che nella fabbrica cinese sta costruendo (guarda caso) Smart #1 la Smart #3, due Suv molto distanti per filosofia e dimensioni dalla Fortwo originale. La sensazione è che d’ora in poi si dovrà guardare solo all’usato.