Gli abitanti del rione De Gasperi di Ponticelli temono che a breve possa scoppiare una nuova guerra di camorra tra le strade di un quartiere che storicamente alterna spari e tensioni a momenti di calma apparente. A legittimare la paura dei cittadini è un episodio ben preciso: nella notte tra il 16 e il 17 gennaio sarebbero stati indirizzati due ordigni ai gestori della piazza di droga più prolifera di Ponticelli, se non dell’intera periferia orientale di Napoli. Si tratta del “supermarket della droga” radicato da decenni nell’isolato 2 del rione De Gasperi. Secondo quanto riferito dai collaboratori di giustizia, il business dello spaccio in quella zona frutterebbe un guadagno giornaliero di circa 15mila euro, pari a 450mila euro mensili. I numerosi blitz, le perquisizioni e gli arresti che si sono alternati negli anni, non hanno minimamente inciso sui guadagni dell’organizzazione che non ha mai smesso di lavorare a pieno ritmo.
Guadagni illeciti sempre più ingenti, il rione che si trasforma in un porto di mare dal tramonto all’alba con tanto di schiamazzi e litigi annessi che impediscono ai residenti in zona di dormire serenamente: questo il clima che si respira nell’isolato 2 dell’ex fortino dei Sarno. In questo clima, poche notti fa, si è registrato un raid inequivocabilmente indirizzato ai “signori della droga” di Ponticelli: due gli ordigni piazzati, uno esploso, senza arrecare danni a cose e persone, un altro, invece, non è scoppiato perché adagiato in un secchio bagnato che ha spento la miccia.
Dopo il raid, la moglie del capo della piazza di droga, attualmente detenuto, sarebbe scesa in strada per intimare ai residenti in zona di non allertare le forze dell’ordine affinché l’accaduto non intralciasse la vendita di stupefacenti che è proseguita indisturbata.
Un raid a scopo intimidatorio che sarebbe scaturito da un dissidio tra il rampollo della famiglia a capo del business della droga nell’isolato 2 del rione De Gasperi di Ponticelli e il figlio di un elemento di spicco della camorra locale scarcerato di recente.
Tra il primogenito dei gestori della piazza di droga finita nel mirino degli attentatori e il figlio di uno dei fratelli De Micco intercorre un solido rapporto d’amicizia, ampiamente documentato sui social network, tantissime le foto e i video che raccontano le serate in discoteca e i viaggi all’estero dei due rampolli. Motivo per il quale i civili temono un intervento dei De Micco che potrebbero scendere in campo per ripristinare l’equilibrio e replicare all’affronto subito non solo da una figura amica, ma anche rivolto alla piazza di droga più redditizia del quartiere. Qualora il business illecito che impazza in quel contesto dovesse fermarsi, anche solo per qualche ora, le conseguenze in termini di mancati guadagni, andrebbero a ripercuotersi sulle finanze dell’intero sistema foraggiato da quei proventi illeciti. Motivo per il quale, l’ipotesi che questo scenario possa sfociare in una nuova faida di camorra, non appare affatto infondata.