La vicenda che avrebbe portato al suicidio della 59enne Giovanna Pedretti ha avuto inizio in seguito alla pubblicazione di un post Facebook nella mattinata di giovedì 11 gennaio, in cui la pizzeria Le Vignole, che la donna gestiva insieme al marito, denunciava la recensione negativa di un utente, che lamentava di essersi ritrovato nel locale accanto “a dei gay e a un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà”. La risposta pubblicata dalla titolare – “non tornare da noi, a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati” – era rimbalzata il giorno dopo su tutti i quotidiani, garantendole il plauso del tribunale dei social e anche quello della ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli.
Il momento di gloria, tuttavia, era durato poco. Lorenzo Biagiarelli, chef e personaggio televisivo, nonché compagno di Selvaggia Lucarelli, nei giorni successivi pubblicò un post in cui sollevava dei dubbi sulla veridicità della recensione, parlando di un fotomontaggio. Nel post racconta di averla incalzata con alcune domande per telefono, senza avere però ricevuto una risposta adeguata ai propri dubbi. Poco dopo, il post viene ricondiviso da un account con molti più follower: quello della compagna Selvaggia Lucarelli. Da quel momento, sulla pagina Facebook della pizzeria i commenti negativi iniziano a superare i complimenti. “Che infami, sfruttare tematiche del genere al proprio tornaconto per nascondere le magagne. Gentaglia” scrive un utente. “Questo non è marketing, questa è infamia” scrive un altro.
“L’accanirsi è pericoloso. Grazie ‘signora’ per aver massacrato in via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima”, scrive su Instagram la figlia di Giovanna Pedretti dopo il ritrovamento del cadavere della madre.
I carabinieri indagano per risalire all’identità del computer o dello smartphone dal quale è partita la recensione online.
I militari chiederanno a Google una risposta per chiarire ogni dubbio – la donna non ha lasciato biglietti di addio – nell’inchiesta della Procura di Lodi che ora procede per istigazione al suicidio contro ignoti, ipotesi che consentirà oggi e nei prossimi giorni gli approfondimenti e gli accertamenti tecnici necessari.
Le indagini procedono anche per chiarire ogni aspetto di quando accaduto domenica mattina, 14 gennaio, quando la donna, dopo essere uscita di casa in auto all’alba, si sarebbe tagliata le vene dei polsi per poi gettarsi nelle acque del Lambro. Sulla pista del suicidio, infatti, non sembrano esserci dubbi.
Selvaggia Lucarelli ha deciso di lasciare X. “Nel trasferirmi per un pò solo su Instagram lascio alcune riflessioni. La prima è che ancora nessuno ha il coraggio di fare una riflessione sul ruolo della stampa in questa vicenda e domandarsi perché una notizia irrilevante e pure falsa era in home ovunque”, scrive Lucarelli, attaccando poi “i giornalisti che in queste ore paragonano il debunking che spiega perché una notizia è falsa al giornalismo modello Iene che fa imboscate a chi rifiuta interviste, insegue, bracca, aspetta sotto casa o al lavoro, monta le immagini dei silenzi e delle fughe, musichette suggestive e faccioni degli inviati in servizi tv in prima serata, beh, come disse qualcuno, ‘o sono cretini o sono dei farabutti in malafede’”.
La Lucarelli ha pubblicato su Instagram le minacce che sta ricevendo in queste ore. “So dove abiti, veniamo a casa tua a pestarti”. E ancora “Guardati le spalle perché hai le ore contate, ti accoltello quando meno te lo aspetti. Non è uno scherzo ma l’ultima che hai fatto la pagherai pesantemente. Ti sgozzo come un maiale”. Non solo sui social, ma anche nelle mail: “Vergognati, hai istigato al suicidio una povera donna: assassina sei deplorevole”. E un’altra utente scrive: “Fai veramente schifo, vergognati”.