Natale Mondo era un poliziotto palermitano, ucciso dalla mafia all’età di 36 anni, il 14 gennaio 1988.
Nato a Palermo il 21 ottobre 1952, si arruola in Polizia nel 1972, prestando servizio presso il Ministero dell’interno e la Questura di Roma, successivamente a Siracusa e poi a Trapani. Qui conobbe Ninni Cassarà, con cui lavorò gomito a gomito per quasi 7 anni e che volle il suo trasferimento alla squadra mobile di Palermo da lui diretta. Da quel momento e per molti anni divenne l’autista e il braccio destro di Cassarà, collaborando e partecipando a molte operazioni. Si occupò prevalentemente di indagini sulle cosche mafiose operanti nel capoluogo, apportando un prezioso contributo alle indagini su “Cosa Nostra”.
Riuscì a salvarsi dall’attentato del 6 agosto 1985, in cui persero la vita Cassarà e l’agente di scorta Roberto Antiochia, ma forse proprio per questo motivo, venne accusato da un pentito di essere corrotto, e di avere fornito alla mafia le informazioni sugli spostamenti del Vicequestore. Fu così arrestato e incarcerato.
Al poliziotto cadde un macigno addosso non solo perché aveva perso un amico, un collega e un superiore che stimava e a cui era legato, ma perché fu accusato di avere avuto un ruolo in quell’omicidio.
Grazie alla testimonianza della vedova di Cassarà e di altri colleghi, le cui testimonianze consentirono di accertare che Mondo si era infiltrato nelle cosche mafiose del quartiere Arenella, ove era nato e risiedeva, su ordine dello stesso Cassarà. Fu, quindi, rimesso in libertà e riabilitato come uomo ma soprattutto come poliziotto. Tuttavia, quando sembrava che la bufera fosse ormai alle spalle con la caduta delle accuse contro di lui, Natale Mondo diventò il bersaglio di una vendetta di mafia.
Fu ucciso, all’età di 36 anni, nel primo pomeriggio del 14 gennaio 1988, in via Papa Sergio, mentre si trovava davanti al negozio di giocattoli gestito dalla moglie, “Il mondo dei balocchi”, nel quartiere dell’Arenella.
Ad anni di distanza, la corte di Cassazione confermò che ad uccidere Mondo fu Salvatore Madonia condannandolo all’ergastolo. Lucchese Giuseppe è stato invece assolto.
Gli fu conferita, postuma, per merito assoluto, la qualifica di assistente capo e per il suo estremo sacrificio è stato inoltre insignito della medaglia d’oro al valor civile alla memoria.
Tina Montinaro, presidente dell’associazione Verità, e vedova di Antonio Montinaro, capo della scorta di Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci, lo ricorda così: “Natale Mondo era un bravo poliziotto, un uomo perbene, un siciliano onesto e così … lo voglio ricordare. Natale pagò due volte il prezzo dell’essere un leale servitore dello Stato, prima con le accuse infamanti rivelatesi poi assolutamente infondate, e poi con la vita ucciso da Cosa Nostra”.
Lo Stato ha onorato il sacrificio della vittima, con il riconoscimento concesso a favore dei suoi familiari, costituitisi parte civile nel processo, dal Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso.