Un video di pochi secondi pubblicato nelle stories di Instagram da uno dei giovani interpreti della versione young del clan Casella di Ponticelli, conferma la responsabilità di colpa della baby-gang nei raid che hanno procurato ingenti danni agli alberi del parco De Simone di Ponticelli, una delle poche aree verdi del quartiere, situato proprio a ridosso di via Luigi Franciosa, la strada che accoglie gli edifici di edilizia popolare dove risiedono parenti e affiliati dello stesso clan.
“Manca poco”, “é solo l’inizio”: sono le frasi che accompagnano le immagini inequivocabili che mostrano “il bottino” accumulato nel corso delle ultime settimane proprio in vista del falò di Sant’Antonio, un’antichissima tradizione partenopea che si celebra la notte del 17 gennaio. Un appuntamento con la tradizione che da diverso tempo, ormai, funge da pretesto per gli aspiranti baby-boss che mirano a mettersi in mostra inscenando una vera e propria competizione con le altre “bande” della zona. Un copione che si ripete in tutta la città e che impone ai protagonisti della “guerra” in corso fino alla notte del 17 gennaio di accumulare più legna rispetto ai rivali, così da poter alimentare delle fiamme più imponenti. Non di rado, gli sforzi delle bande sono anche concentrati sull’identificazione del deposito dove i rivali nascondono la legna per rubare il bottino. Un’azione simbolica che, se portata a compimento, rappresenta una tangibile dimostrazione di supremazia, oltre che una palese umiliazione per la fazione avversa. E’ chiaro che si tratti a tutti gli effetti del banco di prova, uno dei primi approcci con il mondo malavitoso e che impone ai giovani aspiranti camorristi di cimentarsi in piccole dimostrazioni di forza e coraggio. Proprio come sta accadendo in via Luigi Franciosa.
I baby-Casella continuano a vantarsi delle loro gesta sui social, mostrando pezzi di legno e robusti rami di albero ammassati, chiarendo ogni dubbio in merito alla provenienza di quel materiale. In un frame viene riproposto il post di un cittadino che denuncia uno dei tanti raid avvenuti di recente nel parco De Simone, mostrando la foto di un albero completamente falciato. L’immagine è accompagnata da una frase: “A.R.B. fino alla morte”, ovvero, le iniziali dei tre autori del raid che sbandierano la paternità del gesto anche avvalendosi del supporto dell’emoticon di una bandiera. Un’immagine che nel gergo moderno utilizzato dai giovani interpreti della malavita assume proprio questo significato: tre giovani appartenenti a un’unica fazione e che quindi rappresentano “una sola bandiera”.
Un ulteriore atto di irriverenza nei confronti dei cittadini che rivendicano maggiore cura e decoro per uno dei pochi parchi pubblici del quartiere, da troppo tempo lasciato in balia di una baby-gang che non fa nulla per nascondere le sue malefatte, anzi. Le rivendica con orgoglio sui social network.
Poche settimane fa, un altro baby-Casella si era reso autore di un gesto analogo pubblicando un video che lo ritraeva mentre trascinava uno dei rami tagliati agli alberi del parco De Simone.