Torna nuovamente agli arresti domiciliari Pasquale Nocerino detto ‘o professore, soggetto imparentato con diverse figure di spicco della camorra ponticellese.
Nocerino fu arrestato lo scorso febbraio, insieme ad altre 23 persone, nell’ambito di un blitz che ha coinvolto svariati soggetti ritenuti contigui al clan Mazzarella, accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e hashish), violazione alla normativa sulle armi e sugli esplosivi, estorsione e impiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche.
In particolare, le indagini, condotte dal febbraio 2018 al gennaio 2020, consentirono di documentare il controllo delle attività di commercializzazione di tabacchi di contrabbando nonché la diretta e indiretta gestione da parte del clan Mazzarella delle principali piazze di spaccio nell’area orientale di Napoli, oltre al crescente interesse da parte del clan Mazzarella nel settore del commercio e della distribuzione degli idrocarburi, riscontrato dalle pretese estorsive avanzate nei confronti di un imprenditore del settore nonché dall’acquisizione da parte di un affiliato di un’attività di distribuzione di carburanti nell’area di Fuorigrotta, nei pressi dello stadio Maradona, che è stata sequestrata.
Le investigazioni hanno anche dimostrato la perdurante operatività del clan Mazzarella, diretto da Ciro Mazzarella e Salvatore D’Amico e attivo non solo nei quartieri cittadini San Giovanni a Teduccio e Ponticelli, ma anche nei comuni vicini San Giorgio a Cremano e Portici.
Oltre a ‘o professore, anche Alessandro Nocerino e il suo omonimo Pasquale Nocerino sono finiti nel mirino degli inquirenti per il business della droga gestito a Ponticelli per conto del clan D’Amico, costola dei Mazzarella. Le indagini hanno consentito di ricostruire meticolosamente i rapporti tra i Nocerino e i D’Amico in merito all’approvvigionamento della droga.
Poco dopo l’arresto, ‘o professore – difeso dall’avvocato Sara Piccini – aveva ottenuto i domiciliari con obbligo di dimora fuori regione, ma si era poi reso irreperibile. Il sentore che potesse nascondersi a Ponticelli ha trovato riscontro nella realtà lo scorso luglio, quando una volante della polizia di Stato intenta ad effettuare le consuete attività di controllo nel rione Conocal di Ponticelli lo intercettò mentre si trovava in strada. Aveva trovato protezione e ospitalità nel fortino del clan D’Amico grazie al vincolo di parentela acquisito in seguito al matrimonio tra suo nipote Matteo e una delle figlie del boss Antonio D’Amico.
Non a caso, non appena i residenti in zona contigui al clan videro che ‘o professore era stato braccato dai poliziotti, si riversarono in strada per impedirne la cattura.
Attimi di tensione sedati dall’arrivo di altre volanti, giunte in supporto dei colleghi che hanno potuto quindi arrestare il 49enne affetto da problemi psichici e con un noto passato da tossicodipendente. Uno status che ha notevolmente inciso sulla sua condizione giuridica. Non a caso, il suo legale ha depositato una perizia che ne accerta lo stato psichico assai labile, viziato dall’abuso di droghe. Una condizione della quale la magistratura ha tenuto già conto: il mese scorso, nel corso del processo in cui anche ‘o professore figura tra gli imputati, la dottoressa Fratello ha chiesto pene superiori a 10 anni per gli altri membri della famiglia Nocerino, mentre per il 49enne ha avanzato una richiesta di condanna ridotta, pari a sei anni di reclusione tenendo conto del fatto proprio del fatto che è stato dichiarato in possesso di una capacità di intendere e volere ormai scemata e pertanto beneficerà di uno sconto di pena, come previsto dalla legge.
Uno status che ha giocato un ruolo cruciale anche nella recente decisione di concedergli di nuovo gli arresti domiciliari.
Una storia controversa, quella di ‘o professore, segnata dalla morte violenta della madre, il cui corpo non è mai stato ritrovato. Una morte alla quale è legata una leggenda assai suggestiva secondo la quale sarebbe stato il marito a deliberarne la morte per punirne l’adulterio, su ordine del boss Raffaele Cutolo del quale era un fedele gregario. L’unico dato certo è che il cadavere della donna non è mai stato ritrovato: un evento che ha comprensibilmente condizionato la crescita di Pasquale, ben presto diventato ‘o professore per via della sua passione per la scrittura che lo ha reso celebre tra gli abitanti del quartiere. Autore di alcune poesie, tra le quali uno dedicata proprio alla madre defunta che non ha mai ricevuto una sepoltura dignitosa, malgrado fosse un assiduo consumatore di stupefacenti, in passato aveva cercato di tenersi lontano dai business illeciti e dagli affari di famiglia.
Quando suo nipote Matteo e i suoi inseparabili amici, cresciuti sotto l’ala protettrice dei De Micco nella zona di San Rocco, si sono trasferiti in pianta stabile nel rione Conocal, complice il legame sentimentale con la figlia del boss Antonio D’Amico, ‘o professore ha affiancato la paranza di giovanissimi, motivo per il quale è diventato una figura familiare nel fortino dei cosiddetti “fraulella” fino a beneficiare di copertura e appoggio durante la recente latitanza, oltre che dell’insurrezione popolare che cercò di impedirne l’arresto lo scorso luglio.