All’alba di mercoledì 29 novembre si sono aperte le porte del carcere di Poggioreale per Luigi Ciambriello, 24enne membro della banda di rapinatori che lo scorso febbraio mise a segno una rapina ai danni di un automobilista in via Mario Palermo, la strada che costeggia il Parco Conocal di Ponticelli, fortino del clan D’Amico dove i giovani sono nati e cresciuti.
Una vicenda che destò forte indignazione da parte dell’opinione pubblica che ebbe modo di assistere in differita al raid armato compiuto dai quattro giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni: un residente in zona, affacciato alla finestra, comprese le intenzioni della banda, vedendoli ostruire la viabilità stradale gettando rifiuti in strada e piazzando un cassonetto lungo la carreggiata e così azionò la videocamera dello smartphone per riprendere l’intera scena: il gruppo di giovani armati che si scaglia sull’auto costretta a rallentare, guidata da un ragazzo che alle 5 del mattino si stava recando sul posto di lavoro, gli intimano di scendere dalla vettura e di consegnargli il denaro contante che aveva con sé minacciandolo con una pistola. La banda si dilegua, il giovane spaventato e disperato sfodera il telefono dalla tasca. Un frame di pochi secondi, rimasto ben impresso nella memoria collettiva e che ha consentito ai poliziotti della Squadra Mobile di Napoli di risalire facilmente agli autori della rapina.
Lo scorso settembre, a sette mesi di distanza dal raid armato, i poliziotti dell’Antirapina della Squadra Mobile di Napoli – diretti da Alfredo Fabbrocini – hanno eseguito l’ordinanza cautelare con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora nel comune di Napoli nei confronti di quattro soggetti indiziati di rapina aggravata in concorso: Francesco Appierto, 23 anni, Ciro Donzelli, 20 anni, Luigi Ciambriello, 24 anni Ciro Armando Sgambati, 21 anni. Tutti residenti a Ponticelli, tutti cresciuti in simbiosi con le dinamiche malavitose che si avvicendano nei rioni come il Conocal.
Poche ore fa un membro della banda è finito in carcere. Da diverso tempo Luigi Ciambriello non si presentava in commissariato per adempiere all’obbligo di firma al quale era sottoposto insieme agli altri tre coetanei, il giudice aveva quindi disposto l’aggravamento della pena: arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Nel corso della serata di martedì 28 novembre, durante un controllo di routine nella sua abitazione, i poliziotti del commissariato di Ponticelli hanno notato che il giovane era particolarmente agitato dalla loro presenza, hanno quindi deciso di approfondire la perquisizione e non appena hanno rinvenuto la droga, il 24enne si è dileguato sperando di sottrarsi all’arresto. I poliziotti lo hanno intercettato pochi minuti dopo e lo hanno bloccato in via al chiaro di luna, la strada in cui vivono le figure apicali del clan D’Amico. Il giovane ha provato ad opporsi all’arresto, ma dopo le formalità di rito è stato trasferito nel carcere di Poggioreale con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio, evasione e resistenza a pubblico ufficiale.
Nel corso del servizio dello scorso 2 ottobre che l’inviato di “Striscia la notizia” Vittorio Brumotti aveva realizzato nel Parco Conocal di Ponticelli, il 24enne figurava tra i residenti in zona che peroravano la causa dei D’Amico, legittimando la presenza dell’edicola votiva abusiva che custodiva da oltre 20 anni le fotografie di alcuni affiliati uccisi in agguati di camorra che di fatto è stata poi rasa al suolo due giorni dopo, nell’ambito di un servizio ad “alto impatto” dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza che vide circa 300 operatori delle diverse forze dell’ordine sono impegnati nell’esecuzione di numerose perquisizioni.