Chiuso il cerchio delle indagini volte a far luce sull’omicidio di Antonio Natale, il 22enne pusher di Caivano di cui si persero le tracce il 4 ottobre 2021, nello stesso giorno in cui fu ucciso dal clan Bervicato, al quale era affiliato e per conto del quale era dedito all’attività di spaccio di stupefacenti, per punirne uno sgarro. Il giovane si era impossessato di un borsone contenente droga, armi e denaro.
I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, al termine di indagini coordinate dalla Dda di Napoli, hanno notificato tre arresti in carcere a tre persone già detenute ritenute appartenenti al commando che attirò in una trappola il giovane per poi ucciderlo con tre colpi d’arma da fuoco, due al torace e “il colpo di grazia” alla testa. I tre destinatari del provvedimento odierno, Gennaro Pacilio, Emanuele D’Agostino e Bruno Avventurato, sono accusati, a vario titolo, del reato di omicidio e dei connessi reati di detenzione e porto di arma da sparo, aggravati dal metodo mafioso.
Domenico Bervicato, reggente dell’omonimo clan radicato nel Parco Verde di Caivano, stimato essere il mandante dell’omicidio di Antonio Natale fu arrestato lo scorso aprile. Fu proprio quest’ultimo ad attrare il giovane nella trappola poi rivelatasi mortale invitandolo a fare spese tra le vie dello shopping partenopeo. Bervicato riferì di aver congedato Natale in serata e di averlo lasciato nei pressi delle palazzine del Bronx di Caivano. Le indagini degli inquirenti hanno invece ricostruito una versione diversa.
Bervicato, alla guida di una Smart, era andato a prelevare Natale annunciando l’intenzione di concedersi una battuta di shopping, poi con una scusa andò a prendere D’Agostino e Pacilio ad Acerra. L’omicidio sarebbe avvenuto con l’auto in movimento nei pressi dell’asse mediano: Pacilio, seduto accanto al conducente, si era voltato e aveva sparato. Il corpo era stato poi abbandonato nelle campagne di Casola, frazione periferica di Caivano.
Non vedendolo rincasare, i familiari lanciarono l’allarme dando il via a due settimane di ricerche serrate che si conclusero poi con il tragico ritrovamento del cadavere proprio nella zona in cui il cadavere fu abbandonato. Un epilogo temuto dalla famiglia Natale che nei giorni in cui erano in corso le ricerche lanciarono diversi appelli al clan della zona, affinché gli consegnassero un corpo da piangere e al quale garantire una degna sepoltura. Nel parco Verde di Caivano si svolse anche una fiaccolata di preghiera e protesta.
Il corpo era stato ritrovato nelle campagne periferiche di Caivano il 18 ottobre, in avanzato stato di decomposizione, il riconoscimento fu reso possibile dai vestiti e dai tatuaggi. L’esame autoptico confermò la causa del decesso: il 22enne fu attinto da tre colpi d’arma da fuoco.