Fino a Capodanno, nella sala di Napulitanata sotto ai portici della Galleria Principe di Napoli, è possibile visitare la mostra “Made in Caruso” (ingresso libero) che raccoglie canzoni in QR-Code digitali, documenti, ritratti, illustrazioni e spartiti capaci di riassumere la biografia e l’avventura artistica di Enrico Caruso. Ed è proprio per vivere dal di dentro la sua arte, la sua costante ricerca creativa e il succedersi delle vicende personali che hanno avuto i loro effetti in palcoscenico, che mercoledì 29 novembre alle 15.30 si terrà il convegno omonimo “Made in Caruso”. Dopo i saluti di Mimmo Matania, manager culturale, musicista e co-fondatore di Napulitanata assieme al pianista Pasquale Cirillo, ci sarà un collage di interventi di studiosi, musicologi e docenti universitari capaci di affrontare ad ampio spettro la genesi e le curiosità del repertorio del tenore-star nonché per approfondire dinamiche estetiche di un’epoca memorabile che oscilla da fine Ottocento ai primi decenni del Novecento. Attesi al convegno, dunque, i docenti di Musicologia Enrico Careri e Giorgio Ruberti dell’università Federico II, chiamati a illuminare la sezione “Caruso interprete della canzone napoletana”. A seguire, Massimo Privitera della cattedra di Musicologia dell’università degli Studi di Palermo, racconterà “Enrico Caruso e il canone napoletano dei cantanti lirici”. Ancora dall’ateneo napoletano Federico II ecco Simona Frasca, docente di Etnomusicologia, e Anna Masecchia, docente di Cinema, per il segmento “Un corpo, un volto e una voce, Enrico Caruso tra cinema e pregiudizio razziale”.
In video, arriverà il saluto di Stefano Callistri, presidente di Villa Caruso in Toscana e, quindi la partecipazione dello studioso Davide Montella per il capitolo “Resisti, Caruso. Il tenore e l’arte di essere immortale”. Infine, a chiudere il pomeriggio corale, l’associazione Napulitanata darà vita a un breve intervento musicale. Invitando tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori a vivere insieme questo incontro, si ricorda che i contributi in esposizione per la mostra co-finanziata dalla Regione Campania con la legge regionale 7/2003 e con il patrocinio morale del Mann, sono stati messi a disposizione dall’associazione Villa Caruso di Bellosguardo a Lastra a Signa – che fu casa dell’artista scomparso ad agosto del 1921 – e dal Peabody Institute of the Johns Hopkins University di Baltimora (Maryland – USA).