Potrebbe celarsi una logica ben precisa dietro le auto e moto occultate in via Franciosa a Ponticelli, arsenale dei Casella dove i reduci del clan sfuggiti agli ultimi blitz che hanno decapitato l’organizzazione stanno cercando di riorganizzarsi.
Nelle ultime settimane, i poliziotti del commissariato di Ponticelli, durante la consueta attività di controllo del territorio, hanno ritrovato diversi motocicli occultati in via Franciosa, nei pressi del Parco De Simone. Un nascondiglio che garantiva una certa discrezione grazie alla presenza di folti alberi che ostruiscono la visuale. Non solo motociclette, anche alcune automobili, risultate poi rubate, sono state rinvenute in zona con le stesse modalità.
In un primo momento, la presenza di quei veicoli evidentemente parcheggiati in attesa di essere utilizzati per compiere azioni di fuoco era stata associata alla possibile controffensiva di quello che resta del cartello camorristico costituito dai vecchi clan della periferia orientale di Napoli, ma i fatti recenti introducono un’ipotesi ben più plausibile. Troppo rimaneggiati e indeboliti per pensare di sfidare i De Micco, i reduci dei Casella e dei Minichini-De Luca Bossa appaiono più concentrati sulla necessità di racimolare il denaro utile a sostenere le onerose spese legali in vista dei processi che potrebbero tradursi in sonore condanne per le figure cruciali del clan. La priorità imminente resta dunque quella di garantire alle figure apicali dell’alleanza la migliore assistenza legale, auspicando che possa tradursi nel conseguimento di una pena meno severa che potrebbe portare boss e affiliati importanti a riassaporare la libertà prima del previsto.
Gli spari che la scorsa notte hanno portato al ferimento di un 18enne in via Luigi Franciosa, suggeriscono uno scenario destinato anche a chiarire la presenza di quei veicoli proprio in quella zona. Potrebbe trattarsi dei mezzi di locomozione messi a disposizione del commando destinato a compiere le incursioni armate nel Conocal, dove da qualche tempo si registrano fibrillazioni tra i D’Amico e una fazione dei parenti dei Casella, storicamente insediati nel rione Luzzatti.
I recenti sviluppi lasciano intendere che come spesso è accaduto nelle situazioni di emergenza, i Casella stiano facendo fronte comune per attaccare i D’Amico. Le auto e le moto risultate rubate e occultate in luoghi discreti del fortino dei Casella a Ponticelli, potevano essere destinate proprio alle azioni di fuoco contro i rivali del Conocal.