Nella sala di Napulitanata, navigando anche attraverso digitali QR-Code, immaginando la Napoli di fine Ottocento e inizio Novecento, martedì 31 ottobre 2023 alle 10 del mattino si aprirà sotto ai portici della Galleria Principe di Napoli la mostra monografica “Made in CARUSO”, dedicata al tenore partenopeo morto il 2 agosto 1921 di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario dalla nascita. Fino al 31 dicembre, il progetto a cura dell’associazione omonima guidata dal manager culturale Mimmo Matania e dal pianista Pasquale Cirillo, intende portare alla luce una serie di materiali selezionati dell’indimenticato interprete di “Core ‘ngrato”, “Santa Lucia”, e di “Vesti la giubba” (alias l’aria dall’opera “Pagliacci” di Leoncavallo). Contributi digitalizzati, stampati e messi a disposizione dall’associazione Villa Caruso di Bellosguardo a Lastra a Signa, in Toscana – che fu casa dell’artista – e dal Peabody Institute of the Johns Hopkins University di Baltimora (Maryland – USA). Co-finanziata dalla Regione Campania con la legge regionale 7/2003 e con il patrocinio morale del Mann, del Dipartimento di studi umanistici dell’università Federico II e con il supporto dell’associazione Passato e Futuro onlus, la mostra rappresenta un ottovolante emotivo/estetico nella biografia privata e nella carriera artistica di mister Enrico Caruso. Così venne ribattezzato a New York. E proprio la metropoli americana è spesso al centro di questo racconto. A cominciare dai report contrattuali ufficiali e dai fogli di sala dei concerti tenuti dal tenore alla Metropolitan Opera House. Sarà possibile setacciare con lo sguardo i ritratti del cantante a bordo di transatlantici che lo portano dalla Germania agli States e dagli States alla Francia. Le locandine di opere di Giuseppe Verdi da lui interpretare e i programmi delle stagioni che lo hanno visto star in palcoscenico a Montecarlo, Buenos Aires e Parigi. Caruso nel look di Canio per l’opera “Pagliacci”; Caruso pronto al decollo; Caruso agli Scavi di Pompei. Immagini con gli amici e i familiari; immagini della sua vedova Dorothy Benjamin. Ancora, le riproduzioni su cartoline postali dei disegni realizzati dallo stesso Enrico Caruso e infine le partiture per voce e pianoforte di tre canzoni da lui composte. “In questi anni di ricorrenze legate al grande tenore – commenta Mimmo Matania di Napulitanata – non sono mancate in città le iniziative in suo onore. Ora proponiamo la nostra prospettiva attraverso alcuni temi a noi molto cari: il viaggio, l’esportazione del Made in Italy, la tecnologia come mezzo di diffusione culturale e non come strumento fine a se stesso. Questa esposizione multipla dà la possibilità di rileggere Enrico Caruso grazie agli spostamenti geografici effettuati in carriera e grazie a una collezione di frangenti autobiografici e familiari, rendendolo l’artista cristallino che ancora è”.
Con la funzione digitale dei QR-Code gli appassionati potranno ascoltare la prima e l’ultima incisione del tenore: “Studenti, udite” [1902] e “Crucifixus” [1920] nonché le tre canzoni di cui Caruso è stato anche compositore: “Tiempo antico”, “Fenesta abbandunata” e “Canzona a dispietto”. “Made in CARUSO” prevede in agenda un secondo momento collettivo in cui sarà approfondita la sezione di studio in un convegno fissato per il 29 novembre alle 15.30 nuovamente nelle sale di Napulitanata.
La mostra sarà fruibile su prenotazione all’indirizzo [email protected] o al numero 348.9983871 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 15; il sabato, dalle 17 alle 20. Ingresso libero. www.napulitanata.com